23 Novembre 2024 09:37

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23 Novembre 2024 09:37

BOMBARDAMENTI ISRAELANI SU GAZA, L’APPELLO DELL’U.CO.I.I. AL GOVERNO RENZI PER L’INIZIO DI UN PERCORSO DI PACE

In breve: "Le ragioni dell’attacco sono evidentemente da ricercarsi nella volontà sionista di eliminare “l’anomalia” di Gaza, un territorio che resiste strenuamente all’occupazione e all’assedio di cui è fatto oggetto da molti, troppi anni".
Un'immagine dei bombardamenti su Gaza
Un’immagine dei bombardamenti su Gaza

ROMA – “Ancora una volta l’aggressione dello Stato d’Israele si abbatte sul popolo di Gaza devastando corpi innocenti e strutture faticosamente ricostruite dopo i bombardamenti del 2008 che costarono la vita a oltre 1500 palestinesi (un quarto dei quali erano bambini) e causando più di 1500 feriti”.

A scrivere è l’U.CO.I.I. (Unione delle comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia) che prosegue: “Le ragioni dell’attacco sono evidentemente da ricercarsi nella volontà sionista di eliminare “l’anomalia” di Gaza, un territorio che resiste strenuamente all’occupazione e all’assedio di cui è fatto oggetto da molti, troppi anni.

Nel silenzio assordante delle istanze internazionali e nella quotidiana mistificazione dei media tonnellate di bombe sono scaricate su un città quasi inerme e indifesa che già piange.

La nostra comunità assiste attonita e addolorata al massacro e non si può capacitare che ci sia tanta incongruenza tra i principi enunciati della democrazia europea e la non azione, seppur diplomatica delle istituzioni italiane e comunitarie.

L’UCOII si appella al governo italiano e al neo-eletto parlamento europeo affinché venga messa in atto una vigorosa iniziativa politica che faccia fermare l’aggressione e inizi una vero percorso di pace in terra santa.

Al contempo chiede ai musulmani e alle musulmane in Italia di produrre il massimo sforzo di solidarietà materiale verso il popolo palestinese e non lasciar passare un solo giorno del sacro mese di Ramadan in corso senza che si alzi verso l’Altissimo una preghiera per chi a Gaza soffre per la sola “colpa” di essere palestinese”.

 

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