Dopo poco più di un anno dal suo insediamento, il Questore Pietro Milone lascia Imperia per ricoprire l’incarico a Siena, Questura vuota per pensionamento. Al suo posto prenderà servizio Giuseppe Peritore, proveniente dalla zona frontiera di Torino.
Il Questore Pietro Milone lascia Imperia
Insediatosi lo scorso 14 febbraio 2020, il Questore Milone ha dovuto subito fare i conti con l’emergenza Covid e dopo pochi mesi anche con l’emergenza migranti a Ventimiglia, per via della chiusura del campo Roja. Pietro Milone ha dovuto affrontare il Festival di Sanremo in piena pandemia sanitaria.
Nel corso del suo insediamento, gli uffici della Questura di Imperia hanno subito cambiamenti importanti. Sono stati infatti recuperati 10 nuovi uffici, dove prima c’erano i garage e i magazzini. Presente anche la sala regia, che contiene i monitor di tutte le telecamere , circa 300, in città.
Gli uffici saranno inaugurati nei prossimi giorni, alla presenza del Capo della Polizia e, per l’occasione, sarà presentato anche un libro sul centenario della Questura imperiese.
Il Questore Pietro Milone traccia un bilancio dell’attività svolta a Imperia
“È stato un periodo bello, esaltante. Sono stato veramente orgoglioso e per me è stato un privilegio poter servire questa città e tutta la sua provincia.
Città sana, soffre degli stessi problemi di cui tutte le città italiane soffrono di criminalità comune. È una provincia sana.
In questo periodo abbiamo avuto il problema migranti da affrontare a Ventimiglia. È stato un lavoro complesso, dopo pochi mesi dal mio insediamento è stato chiuso il parco Roja. Ci siamo trovati a dover gestire questo numero di persone in giro per la città, che non avevano dove rifugiarsi e dove stare.
Tutto questo ha impattato anche con un risentimento da parte della collettività intemelia, che ha da sempre lamentato insicurezza e soprattutto un degrado urbano via via crescente.
Noi ci siamo impegnati tantissimo. Il dipartimento della Pubblica Sicurezza non ha abbandonato Ventimiglia come più volte è stato dichiarato, ma è sempre stato molto presente.
Abbiamo 54 uomini che quotidianamente vengono aggregati in quella città per le esigenze di ordine e sicurezza pubblica. Questo per tutto l’anno.
Abbiamo squadre di reparti integrati che quotidianamente vengono impiegate sulla città di Ventimiglia. Ho fatto venire il reparto prevenzione crimine da Genova , costantemente. A volte 6 giorni a settimana.
Tutte le forze di Polizia, compresi Carabinieri e Guardia di Finanza, si sono impegnati senza soste per garantire il massimo della sicurezza possibile in quella città.
Non abbiamo avuto fatti di cronaca nera importanti, eccezion fatta per quella brutale aggressione al Guineano Moussa Balde, che ha avuto un epilogo ancor più tragico a distanza di tempo.
Mi preme evidenziare che i responsabili sono stati consegnati alla giustizia nel giro di due ore. C’è stata anche una pronta risposta da parte dello Stato, segno che eravamo presenti.
Tutt’ora la situazione è in divenire, il flusso migratorio è un flusso importante. Sappiamo benissimo che oltre a provenire da sud proviene anche da est, dalla rotta balcanica.
La politica migratoria oltre confine non cambierà e quindi sarà necessario mantenere alta la guardia e la concentrazione di forze di Polizia sul territorio sempre massima. È un problema che dovrà essere risolto in altre sedi, che non siano pertinenti alle forze di Polizia.
Sono contento di tutto il lavoro fatto dal mio personale. Sono contento della grande collaborazione e lealtà che c’è stata con tutte le forze di Polizia e più in generale con le Forze dell’Ordine che, sono state sempre presenti nel momento in cui c’era bisogno di loro.
Un ringraziamento a tutta la città e la provincia di Imperia per l’accoglienza che mi ha riservato, che mi ha fatto sentire a casa in una provincia che non esito a definire veramente bella”.
Ha dovuto affrontare anche l’emergenza Covid?
“L’emergenza Covid è stata un altra incognita che si è abbattuta su di noi all’improvviso. Ha sconvolto anche la routine di noi forze di Polizia.
Ci siamo dovuti misurare con i distanziamenti, guanti, mascherine, gel. Abbiamo dovuto suddividere il personale, perchè nelle stzna non potevano essere in troppi.
Abbiamo dovuto adottare per un lungo periodo un orario veramente faticante. Fare 8-20 mattina sera, un giorno si e uno no, non è semplice. Ti scombina i ritmi lavorativi.
Il personale lo ha affrontato con grande spirito di sacrificio. Siamo riusciti a evitare importanti impatti della pandemia sulla nostra comunità.
Questo ci ha consentito di essere anche più presenti in città. Ci siamo scontrati con il dissenso, la gente si è sentita stretta, quasi soffocata, da norme importanti che hanno ristretto la libertà.
Abbiamo saputo affrontare intelligentemente questa emergenza, non per colpire con le sanzioni ma per educare le persone al nuovo modus comportamentale.
Credo che questa mission sia stata portata a termine, abbiamo ottenuto buoni risultati”.