E’ attesa intorno alla mezzanotte la sentenza della Corte di Cassazione che dovrà decidere in merito alla conferma o meno della condanna a tre anni di carcere per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, accusati di tentata violenza sessuale, nell’ambito del processo per la morte della studentessa imperiese Martina Rossi che perse la vita nell’agosto del 2011 precipitando dal sesto piano di un Hotel a Palma di Maiorca, dove era in vacanza con alcune amiche.
L’udienza di oggi è durata sette ore e all’uscita gli avvocati difensori, Baroni e Coppi, hanno ribadito le loro tesi e smentito di aver avanzato istanza di ricusazione dei giudici.
Gli avvocati Baroni e Coppi: “Non c’è stata nessuna istanza di ricusazione”
Spiega l’avvocato Baroni: “Non c’è stata nessuna istanza di ricusazione, non capiamo da dove venga fuori questa voce. Non c’è stata nessuna istanza di ricusazione, ma un’analisi molto minuziosa dei fatti e questo spiega perché abbiamo finito alle sette di sera. E’ stato dato ampio spazio a tutte le parti e da questo punto di vista è stato un processo esemplare come se ne celebrano pochi, quale che sia la sentenza.
La nostra tesi è che non è stato commesso il fatto, che il fatto non sussiste e, in subordine, che se si trattasse di violenza sessuale eventualmente potremmo parlare di violenza individuale e non di gruppo”.
Sottolinea l’avvocato Coppi: “Il relatore ha fatto una relazione lunga e splendida e il presidente ha lasciato ampio spazio a tutte le parti. Da parte nostra abbiamo ribadito la tesi che non è stato commesso il fatto e potremmo eventualmente parlare di violenza non di gruppo, ma individuale”.
Molto provato il padre di Martina, Bruno Rossi, che all’uscita dall’udienza dice: “Quello che è emerso è la ripetizione delle solite cose, ma si è affermata la necessità di avere un risultato e spero una conferma. Siamo qui che spettiamo. Il lavoro è stato grosso. Alla fine l’intervento di Coppi ha posizionato alcuni ragionamenti con più finezza e capacità dialettica e forte della sua conoscenza dell’ambiente, ha fatto anche la sua figura, ma non è il modo di risolvere la vita e la morte di una persona, senza che ci sia un responsabile. Io resto ancorato ai miei valori e alla mia Martina che non c’è più”.