Un cliente si sente male e la titolare della trattoria, senza esitare un momento, lascia la cucina e inizia a praticare il massaggio cardiaco per rianimarlo. È successo a Imperia, lo scorso lunedì 11 ottobre, presso la Trattoria Dalla Etta nel centro di Oneglia. Protagonista l’esercente Nicoletta Lavagna che, oltre a essere la titolare dell’attività, è anche un’infermiera.
Imperia: cliente ha un malore in trattoria, titolare gli salva la vita
Tutto è accaduto nel giro di pochi minuti. Un cliente, di circa 85 anni, si è sentito male durante il pranzo, perdendo conoscenza. Grazie all’intervento di un medico presente, il dottor Ferro, e della titolare della trattoria Nicoletta Lavagna, che ha subito iniziato a praticare il rianimazione cardio-polmonare fino all’arrivo del 118, l’anziano si è salvato.
Grande l’emozione e la commozione tra i presenti, specialmente i familiari, sebbene provati dal momento di panico.
Il racconto di Nicoletta Lavagna
Cos’è successo lo scorso lunedì?
“Un nostro cliente ha avuto un malore. È stato prontamente assistito da un medico, il dottor Ferro che ha visto che questo signore aveva dei problemi notevoli.
Ho allertato immediatamente il 118 e nel frattempo abbiamo ritenuto fosse fondamentale iniziare una rianimazione cardiopolmonare.
Era l’ora di pranzo, eravamo nel pieno del servizio. È venuto mio marito a chiamarmi, dicendo che c’era questo signore che non si stava riprendendo. Con il dottor Ferro abbiamo ritenuto fondamentale, mentre aspettavamo l’arrivo del 118, iniziare la rianimazione cardiopolmonare. È stata la sua salvezza, era incosciente, non aveva battito.
Ho continuato a massaggiare sino all’arrivo del 118. Era un uomo anziano, con dei problemi di salute, ho ritenuto che non bastasse aspettare.
È andata bene. È stata un’esperienza meravigliosa. Non ricordo gioia più grande. Il signore era veramente in condizioni pessime.
La moglie e la figlia del signore, dopo che è arrivato il 118, si sono avvicinate piangendo. Mi hanno ringraziata, la moglie mi ha detto: ‘mi hai lasciato mio marito a farmi compagnia ancora un po” e la figlia: ‘hai salvato mio papà’.
Il giorno dopo sono arrivate portandomi dei fiori, per ringraziarmi per quello che avevo fatto.
È una cosa che tutti dovrebbero saper fare. Io sono un’infermiera, il primo istinto è stato quello di aiutare. È stata la gioia più grande”.
Per quanto tempo ha dovuto fare le manovre e cosa ha pensato in quei minuti?
“La manovra è durata circa 15 minuti, le ambulanze erano occupate. In quel momento non pensavo a niente, pensavo solo che bisognava riuscire a tirar fuori quell’anziano.
L’unica cosa che speravo è che riuscisse a prendere conoscenza. Sapevo che sarebbe arrivato il 118″.
Era l’una di pranzo. C’erano altri clienti?
“Sì. Praticamente in tutta la piazzetta si è bloccata. Tutti speravano che si riuscisse a tirar fuori questo anziano da questa situazione.
Finito il tutto mi sono venuti a fare i complimenti. Ho mollato tutto, ho lasciato la cucina, si è bloccato tutto il servizio, ma a noi non importava niente. La cosa fondamentale era che il signore riprendesse a vivere”.
Lei è un’infermiera?
“Si, sono un’infermiera professionale, ho ripreso la libera professione con l’arrivo del Covid.
Mi sono messa a disposizione, nel caso ci fosse bisogno. Il centro Bianalisi, in particolare la signora Diana, ha saputo che ero a disposizione mi ha chiesto se volessi collaborare con il centro. Io collaboro con loro.
Il dottor Ferro è il medico che assieme a me ha iniziato le pratiche di rianimazione. È stato fondamentale, è stato il primo che ha soccorso il signore”.