Giampaolo Morosini, 73 anni, noto alle cronache nazionali in quanto considerato uno degli autori della cosiddetta “rapina del secolo” alla Brink’s Securmark di Roma, nel 1984, è stato condannato, in Tribunale, a Imperia, a 7 anni di carcere per usura e estorsione.
Imperia: autore della “Rapina del Secolo”, condannato in Tribunale
Morosini, residente a Cuneo, è stato condannato per un episodio continuato di usura e estorsione ai danni di un imprenditore edile di 51 anni, con cui esisteva un rapporto di lunga data.
Nel dettaglio, Morosini venne arrestato nel 2013, a Cuneo, dalla Squadra Mobile, in flagranza di reato, mentre intascava 200 euro dall’imprenditore che lo aveva poco prima denunciato alle autorità. La vittima ha raccontato di aver dovuto versare a Morosini circa 100 mila euro in 9 anni, a fronte dei 24 mila ricevuti in prestito. Nel corso degli anni l’imprenditore sarebbe stato oggetto di continue minacce, da parte del Morosini, facendo leva sul suo passato di rapinatore, che gli avrebbero provocato uno stato d’ansia perenne. I tassi di usura sarebbero cresciuti esponenzialmente, da 1000 euro in più sino a 5 mila euro in più al mese.
Cosa c’entra tutto questo con Imperia? Il primo accordo per il prestito di denaro avvenne proprio a Imperia. Da qui la competenza territoriale, secondo la Cassazione, dopo un lungo iter giudiziario, del Tribunale del capoluogo ligure.
Alla chiusura del dibattimento, nel corso del quale sono stati sentiti svariati testimoni e la parte offesa, l’imprenditore piemontese, ha confermato le accuse di usura e estorsione, il Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà aveva chiesto per Morosini, che ha sempre negato ogni addebito, una condanna a 8 anni e 4 mesi di carcere, mentre il legale della difesa, l’avvocato Enrico Bucci, aveva chiesto l’assoluzione per la mancanza di prove certe della condotte ascritte a Morosini.
Il Collegio composto dai giudici Indellicati (presidente), Billeri e Bossi questa mattina, dopo una breve camera di consiglio, ha condannato Morosini a 7 anni di carcere e 12 mila euro di multa. Disposta anche una provvisionale, immediatamente eseguibile, pari a 51.805 euro.
Il colpo del secolo
Morosini, come accennato in precedenza, è noto alle cronache nazionali per essere considerato uno degli autori del “colpo del secolo“. Il 24 marzo del 1984 un commando di 4 uomini sequestrò la moglie di una guardia giurata, costringendola a farli entrare nel caveau della banca Brink’s Securmark. Il commando riemp+ decine di sacchi con contanti e titoli di credito per un importo pari a circa 35 miliardi di lire.
Prima di fuggire, però, i banditi fotografarono uno degli agenti di custodia dietro uno stendardo delle Brigate rosse e lasciarono in terra una bomba, un sacchetto di polvere pirica e sette proiettili calibro 7,62 Nato. Due giorni dopo la rapina venne rivendicata dalle Br per quello che si rivelò essere un tentativo di depistaggio, così come lo fu il ritrovamento di un falso documento relativo al sequestro Moro fatto ritrovare insieme ad alcuni documenti sottratti nel corso della rapina.
Dopo alcuni mesi di indagine serrate, gli inquirenti riuscirono a individuare la mente della rapina, romano Tony Chicchiarelli, considerato vicino alla Banda della Magliana, nel frattempo morto perché vittima di un agguato. Complici di Chicchiarelli vengono individuati alcuni banditi della Mala Torinese, tra cui, appunto Giampaolo Morosini, che negò sempre ogni coinvolgimento.
Al processo per la “rapina del secolo” Morosini venne condannato a 12 anni di carcere.