26 Dicembre 2024 05:17

26 Dicembre 2024 05:17

Imperia: lavoratori Rt in mutande per protesta. “Vogliamo i nostri soldi, sono anni che facciamo sacrifici”/Foto e Video

In breve: In mutande, alla pensilina degli autobus di piazza Nannolo Piana, per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi. Succede a Imperia.

In mutande, alla pensilina degli autobus di piazza Nannolo Piana, per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi. Succede a Imperia, protagonisti alcuni lavoratori della Riviera Trasporti, l’azienda incaricata della gestione del servizio di trasporto pubblico in provincia.

Imperia: in mutande per protesta, il sit in dei lavoratori Rt

I lavoratori, dopo essersi letteralmente messi in mutande (“è così che ci ha lasciato l’azienda”) hanno esposto uno striscione e un cartello per proseguire la protesta, proprio nei giorni di OliOliva, la manifestazione enogastronomica per eccellenza del capoluogo ligure. “Riviera Trasporti. No stipendio? Non parti” e “Rt, C’è più poco da spremere“.

I dipendenti della Rt, lo ricordiamo, non prendono lo stipendio pieno dal 27 agosto scorso. L’azienda è alle prese con una profonda crisi finanziaria che l’ha portata a chiedere l’ammissione al concordato preventivo.

Crisi che, lo ricordiamo, è precipitata dopo che il decreto ingiuntivo depositato dalla società Arriva Italia Srl, per un debito pari a 3.2 milioni di euro con la Rt, ha portato all’emissione, da parte del Tribunale di Imperia, di un pignoramento  presso terzi, segnatamente la Provincia di Imperia, pari a 800 mila euro, corrispondenti alla quota mensile che l’ente versa a Rt per l’espletamento  del servizio  di trasporto pubblico, pagamento degli stipendi compreso. Decreto oggetto, questa mattina, dell’opposizione di Rt in Tribunale a Imperia. Il giudice Martina Badano si è riservata di decidere.

Portavoce della protesta Francesco Nuvoli, autista Rt da 25 anni.

“Chiediamo un po’ di giustizia, sono soldi nostri. Sono anni che facciamo sacrifici, chiedono sempre di più. Abbiamo aumentato l’orario di lavoro, ma gli stipendi sono sempre gli stessi. I giovani che vengono a lavorare da noi con una prospettiva di crearsi una famiglia, non hanno i soldi per andare avanti.

Percepiscono lo stipendio minimo di mille euro al mese. Devono fare ore di straordinario su autobus vecchi, degli anni 90. Quelli più recenti sono stati comprati senza finestrini, avrebbe dovuto funzionare l’aria condizionata che ha funzionato forse un anno. Noi lavoriamo d’estate senza aria condizionata e finestrini e d’inverno senza riscaldamento. Abbiamo delle vetture obsolete, che fuori dalla regione Liguria non potrebbero neanche circolare.

Chiediamo i nostri soldi, niente di più. Quello che ci è stato promesso, lo stipendio a fine mese, ci è stato negato. È la seconda volta in pochi anni. L’ultima volta ci hanno detto che guadagnavamo troppo e ci hanno tolto le integrative aziendali, non sono altro che una componente dello stipendio. Uno stipendio come il mio è di 1500€ al mese, dopo 25 anni di lavoro, per una famiglia con due figli.

Questa è una azienda a capitale pubblico, i nostri amministratori ogni tanto si accorgono del buco nel bilancio che adesso pare sia di 30 milioni di euro. Ma non è che c’è adesso, ogni tanto tirano fuori la storia del buco di bilancio. Alla fine ne approfittano un po’ e ci decurtano lo stipendio. Questo sarà un altro tentativo per decurtare il nostro stipendio.

Intanto hanno accantonato il nostro stipendio di settembre. Dobbiamo portare lo stipendio a casa. Noi come i giovani che hanno fatto un mutuo , hanno dei bambini, delle spese, l’affitto. Non è che possiamo aspettare le comodità degli amministratori pubblici, a cui noi versiamo ogni mese parte del nostro stipendio.

Pensate ad ulteriori proteste?

Speriamo di non creare disagio ai cittadini. Abbiamo figli che prendono l’autobus, lo scuolabus e quindi comprendiamo i disagi che possiamo creare. Siamo persone che difficilmente creiamo disagio. Anzi, prendo spunto per parlare di queste pensiline che ha creato il Comune di Imperia, una di queste al momento è anche senza vetro perchè un bus turistico lo ha rotto. Sono state create ormai da parecchi mesi senza orari, senza il numero degli autobus. Non si sa quando partono, dove arrivano, non si sa niente. La gente vaga da un marciapiede all’altro , senza sapere dove andare.

Prima avevano una direzione. Hanno creato un disagio incredibile, come fossero indifferenti al trasporto pubblico locale. Parlano tanto di turismo“.

Auspicate che la nuova dirigenza della RT possa pensare delle azioni di responsabilità verso i vecchi amministratori?

“Quello che hanno fatto nel passato è facile da vedere. Se c’è un buco di bilancio di 30 milioni di euro, vuol dire che qualcuno ha sbagliato. Bisogna vedere questi grandi manager che abbiamo avuto in passato. Con delle azioni creative si sono inventati delle situazioni che hanno portato a questo buco esagerato, che non si sa come possa essere risolto”.

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