“Le violenze sessiste, sessuali, le violenze domestiche, lo sfruttamento sessuale, il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali, la tratta, le legislazioni discriminatorie, il ripudio, la privazione dei figli, spingono quasi tutte le donne, ragazze o persone LGBT, a fuggire dal loro paese e a chiedere asilo in Europa”.
Questo il motivo che ha spinto numerose forze femministe a proporre una petizione a livello europeo per sostenere il diritto d’asilo a tutte le donne e i loro figli e persone LGBTQ+.
Una petizione che ha il saldo e convinto sostegno anche del gruppo imperiese Non Una Di Meno Ponente Ligure, sempre presente nell’ambito delle battaglie per rivendicare i diritti delle donne e contrastare ogni forma di violenza.
La raccolta delle firme, iniziata oggi, si svolgerà online nell’arco di 6 mesi e verrà presentata al Parlamento europeo a Bruxelles l’11 maggio 2021, una data simbolica che si riferisce all’11 maggio 2011, giorno della conclusione della Convenzione di Istanbul.
Per scaricare il testo della petizione:
Per aderire alla petizione:
“Asilo politico per donne e persone LGBTQI+ vittime di violenza”. Anche da Imperia il sostegno alla petizione femminista europea
Parla Silvana Vinai di NUDM Ponente Ligure
“Oggi parte la petizione femminista europea a livello europeo e mondiale. Noi di Non Una di Meno Ponente Ligure abbiamo appoggiato questa campagna di sostegno per la petizione a favore della concessione dell’asilo politico a tutte le donne o a tutte le persone Lgbtqi+, ai loro figli e alle persone con cui viaggiano.
Le donne e le persone discriminate partono dai propri paesi perchè discriminate, subiscono violenza. Con questa petizione, che si concluderà l’11 maggio, giornata in cui si è firmata la convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, si chiede alla comunità europea che qualsiasi donna che arriva nella comunità europea, sia riconosciuta come persona discriminata.
Le violenze sessiste, sessuali, le violenze domestiche, lo sfruttamento sessuale, il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali, la tratta, le legislazioni discriminatorie, il ripudio, la privazione dei figli, spingono quasi tutte le donne, ragazze o persone LGBT, a fuggire dal loro paese e a chiedere asilo in Europa.
Questa è la motivazione per cui è partita questa petizione, che è sostenuta da tutti i movimenti femministi dei paesi europei e non solo, è sostenuta dalla Marcia mondiale delle donne, Non una di meno e da una serie lunghissima di associazioni che si occupano di migranti.
Il passaggio di migranti avviene in queste forme perchè i paesi europei hanno deciso che la politica dell’immigrazione deve essere di questo tipo. È evidente che se ci fossero delle forme di immigrazione aperte, se non esistessero i confini, tutto questo problema non esisterebbe.
L’idea che è nata è stata quella di chiedere l’asilo politico alle donne”.
Come si fa ad aderire?
“Si può facilmente aderire andando sul sito https://feministasylum.org/ che si apre oggi d è un sito in cui si raccolgono la firma e le petizioni.
È scritto in diverse lingue. Tutte le persone che appartengono a queste nazioni possono firmare. Verrà poi rappresentata al Parlamento Europeo”.
La violenza sulle donne la vediamo troppo spesso anche in casi di attualità vicino a noi. Come si può arrivare a una società in cui questi episodi diventino una rarità?
“L’episodio di Martina Rossi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca per l’esito finale, che sì ha avuto un buon esito, ma non c’è stato un riconoscimento ufficiale dei motivi per cui Martina ha compiuto il gesto. Le discriminazioni sulle donne ci sono anche qui .
Il 25 novembre sarà la giornata dedicata alla violenza sulle donne. Io penso che queste cose qui accadranno solo quando ci sarà un cambio totale di mentalità degli uomini ma anche delle donne.
Non credo che questa idea dell’uomo forte, del maschilismo, sia solo dei maschi. È evidente che c’è una buona fetta di donne che la sostengono.
Anche le donne devono cambiare questa mentalità. Devono capire che noi siamo tante, forti, non abbiamo bisogno del sostegno dei maschi. Siamo allo stesso livello loro.
Anche noi possiamo portare avanti il mondo”.