Si intitola “Sindrome da scorpione” ed è il primo libro pubblicato dal ballerino 22enne Alessio Russo.
Alessio, albenganese, ha frequentato il Liceo Artistico di Imperia e, subito dopo il diploma ha deciso di partire per Zurigo, in Svizzera, per dedicarsi alla sua più grande passione, la danza, superando i test per entrare all‘Università ZHdK University of the Arts, al corso di Laurea Bachelor Contemporary Dance, dove si è recentemente laureato.
Imperia: “Sindrome da scorpione”, il primo libro del ballerino 22enne Alessio Russo
Esperienze, amori, difficoltà e crescita personale. Questo Alessio racconta nel suo romanzo, sia per parlare ai suoi coetanei sia per guardarsi dentro e conoscere meglio se stesso.
Ecco l’intervista.
Quando e come è nata l’idea del libro?
“Tutto è successo durante la pandemia. Mi sono trovato per mesi da solo in casa a Zurigo, in lockdown, svolgendo le lezioni dell’accademia online, ho avuto molto tempo da trascorrere in solitaria e ho avuto modo di riflettere su molti aspetti della mia vita.
L’idea di scrivere un libro mi frullava in testa già da tempo, a dir la verità. Parlando con la mia coinquilina, prima di rimanere solo in casa, molte volte è capitato che mi chiedesse dei consigli sulle relazioni e io le raccontavo le mie esperienze. Una volta è venuta fuori la storia del mio primo bacio, che per me fu traumatica, e scherzando ho detto ‘dovrei scriverci un libro’.
Così, durante la prima ondata della pandemia, mi è tornata in mente quest’idea e ho approfittato del tempo libero per provare a scrivere. Ho ripensato a tutte le mie relazioni, a come mi hanno fatto crescere, agli errori che ho fatto e alle cose che ho imparato. Posso dire che è stata un’esperienza quasi terapeutica che mi ha aiutato a tirar fuori tutto quello che avevo dentro”.
Quindi è un romanzo autobiografico?
“Sì, ma il protagonista si chiama Will (un omaggio a William Shakespeare, uno dei miei autori preferiti). Ho voluto estraniarmi dalla mia storia strettamente personale, perchè non volevo renderlo un diario, ma un mezzo per aprirmi ad altre persone, che possono rispecchiarsi in queste esperienze”.
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
“Ho imparato che bisogna accettare se stessi e che a volte basta solo seguire il cuore. Succede di fare degli errori nella vita, ma per quanto abbia sofferto riconosco che ciò che ho fatto deriva da scelte che ho preso io, che mi hanno fatto crescere.
Per questo ho deciso di pubblicare il libro, perchè spero che possa essere in qualche modo utile anche a qualcun altro.
Inoltre, nella letteratura contemporanea si parla ancora troppo poco delle relazioni LGBTQ e vorrei contribuire a colmare questo vuoto, nel mio piccolo, tanto più dopo tutto quello che è successo con l’affossamento del DDL Zan. Credo sia stato fatto un grande passo indietro. Bisogna parlarne e avere più coraggio.
Ringrazio la casa editrice Porto Seguro che ha creduto nel mio progetto e ha deciso di pubblicarlo”.
Da cosa deriva il titolo “Sindrome da Scorpione”?
“È un accenno ironico al mio segno zodiacale, lo scorpione, per il quale si dice che ha molta fortuna in tutti gli ambiti della vita tranne l’amore. Io rispecchio tutti i cliché e ho voluto scherzarci sopra”.