“No a chiusure che farebbero danni gravissimi al Paese. Meglio un green pass a due velocità: con il vaccino vale per tutto, con il tampone solo per lavoro e attività essenziali”. Questa l’opinione del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, illustrata in un’intervista al Corriere della Sera, che sta già suscitando discussioni e critiche.
L’argomento si inserisce in un quadro in cui la Liguria, insieme a Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano, teme il passaggio in zona gialla nelle prossime settimane, visto l’aumento dell’incidenza e l’88% di casi in più (da 707 a 1334), ovvero 627 contagi in sette giorni.
Covid: “Restrizioni solo per non vaccinati”. La proposta del presidente della Liguria Toti
In riferimento a un possibile nuovo lockdown, il presidente Toti sostiene che “non possiamo permetterci chiusure e stop”. Anche in merito a un possibile obbligo vaccinale, il governatore della Liguria esprime perplessità: “Oggi, con oltre l’85% della popolazione vaccinata, non credo si possa imporre a una fascia di persone riluttanti un trattamento sanitario obbligatorio. Piuttosto, l’obbligo va previsto per le terze dosi per il personale sanitario e delle Rsa, e va fatto subito”.
La sua proposta è quella di rendere il green pass “a ‘due velocità’: il certificato verde vale per tutti gli usi ad oggi concessi solo se ottenuto con la doppia dose di vaccino, non con il tampone”.
“Chi si è vaccinato – continua – proteggendo sé stesso e la sua famiglia, ha diritto di vivere una vita normale. Chi no, con il tampone potrà solo accedere ad attività essenziali alla sopravvivenza: potrà lavorare, fare acquisti indispensabili (alimentari, farmaceutici) ma non frequentare luoghi dove mette a rischio la propria salute e anche quella altrui”.
Toti auspica anche una riduzione della durata della validità del tampone per evitare rischi di contagio. “Non possono valere 3-4 giorni – spiega – sono troppi, perché si può essere negativi nel momento in cui viene fatto ma positivi 48 ore dopo, con il rischio di contagiare gli altri. Non è giusto mettere a rischio la collettività e creare intasamenti e drammatici rallentamenti dell’attività sanitaria che ancora, dopo due anni di Covid, stiamo scontando”.
Sul rischio di comprimere le libertà costituzionali, il governatore ligure afferma che “oggi il bene supremo è tutelare salute e benessere di tutti. Non si può — per la paura, l’egoismo e la posizione contestataria di alcuni — richiudere il Paese . Oggi abbiamo dati incontrovertibili, i vaccini ci salvano la vita. Il tampone è solo un termometro, il vaccino è l’antipiretico che ci fa passare la febbre. Nessun passo indietro”.