Il presidente della sezione arbitri di Imperia, Alessandro Savioli, unitamente a tutto il Consiglio Direttivo e da tutti gli arbitri della provincia, condannano fortemente l’aggressione subita dall’arbitro 23enne Fabio Fioriello, della sezione di Imperia, da parte di un giocatore della squadra di Santo Stefano, a pochi minuti dalla fine della partita di domenica 21 novembre.
Imperia: Seconda Categoria, arbitro aggredito da un giocatore. La condanna dell’associazione arbitri
“Adesso basta! Sono già due i casi avvenuti agli arbitri della nostra provincia in questo inizio di stagione sportiva. Gli arbitri non devono essere neanche sfiorati. Sbagliano e continueranno a sbagliare ma, non devono più essere la valvola di sfogo di persone che nulla hanno a che fare con lo sport e con il calcio. I nostri arbitri come Akif e Fabio sono giornalmente impegnati nella formazione tecnica, atletica e umana e ci ritroviamo costretti a consolare i ragazzi e confortare i loro genitori perchè, sui campi di calcio, continuano ad esserci delinquenti e maneschi che meriterebbero esclusivamente pesanti sanzioni disciplinari e, soprattutto, penali.
Gli arbitri sbagliano e sbaglieranno sempre, perchè come chiunque, sono esseri umani e possono essere più o meno bravi. Se sbagliano, lo fanno sempre in buona fede, perchè sfidiamo chiunque a trovare ragazzi dalla faccia pulita che a 15 anni decidano di fare un ruolo difficile come quello dell’arbitro, con l’ambizione di calcare i campi della Serie A e della Champions League, seguendo le orme dei nostri colleghi internazionali Davide Massa e Stefano Alassio.
A differenza di qualcuno, i nostri arbitri imparano ad essere professionisti a 15 anni e lo restano per tutta la vita. Questi violenti devono essere emarginati e isolati e non meritano in alcun modo di far parte del nostro mondo civile fatto di amore e passione per questo meraviglioso sport.
Con queste parole accogliamo con positività le parole del Presidente dell’AIA Trentalange in merito alla proposta di un inasprimento delle sanzioni e di avanzamento di ricorsi contro le sentenze non adeguate, agendo a livello legale, amministrativo e magari anche legislativo. Concordiamo inoltre con il Presidente dell’AIA l’urgenza di lavorare a livello culturale, spiegando cosa ci sia dietro ai ragazzi che scendono in campo e cosa significhi essere un arbitro”.