Questa mattina la Go Imperia, società in house del Comune di Imperia, ha presentato l’unica offerta per la gestione del porto turistico di Imperia. Nel dettaglio, la Go Imperia ha presentato una richiesta di affitto di azienda a 40 mila euro mensili. Essendo l’unica offerta, nei prossimi giorni il porto turistico, salvo clamorosi ribaltoni, tornerà al Comune di Imperia e agli imperiesi. “È una giornata di festa” ha dichiarato il Sindaco di Imperia Carlo Capacci pochi minuti dopo la presentazione dell’offerta. Nel primo pomeriggio il primo cittadino ha concesso a ImperiaPost un’intervista esclusiva, svelando i programmi di gestione della Go Imperia e i progetti futuri.
LA CONFERMA, IL COMUNE NON RILASCERÀ CONCESSIONI DEMANIALI AL SOGGETTI PRIVATI. QUESTA LA STRADA CHE L’AMMINISTRAZIONE HA DECISO DI SEGUIRE
“Tutto è andato come noi auspicavamo. C’è stata l’unica offerta della società in house del Comune di Imperia ‘Go Imperia’, e chiaramente ora si prospetta una fase transitoria, di affitto, dopodiché il fallimento arriverà al punto di dover effettuare la cessione dell’azienda per recuperare soldi per pagare i creditori della Porto di Imperia Spa fallita, che comunque sono persone, imprese, aziende che fanno parte del nostro tessuto economico, che hanno lavorato per la costruzione del porto e non si sono visti pagare i loro lavori, le loro prestazioni professionali. In quel momento potrebbe capitare che soggetti privati intervengano, magari con proposte di acquisto che potrebbero essere anche più pesanti in senso di quantità di soldi offerti rispetto a quello che potrà fare la società del Comune. Ora io spero che ciò non accada perché la volontà assoluta dell’amministrazione comunale è che il porto torni definitivamente in mano al Comune e quindi alla città e ai cittadini imperiesi, perché questo porto è stato costruito dai nostri avi ed è giusto che rimanda nel pieno possesso della città. Chiaramente tutti sono liberi di fare offerte di acquisto, è legittimo farlo, gli imprenditori possono pensare di fare investimenti, tendenzialmente noi riteniamo che questo non debba avvenire. L’ho detto ieri in consiglio comunale, lo ribadisco, l’amministrazione comunale di Imperia non rilascerà concessioni demaniali marittime a soggetti terzi, a meno che non vengano fatte delle proposte dove il Comune sia coinvolto, però in maniera maggioritaria, molto forte, comunque ci deve essere un fortissimo interesse pubblico. Comunque direi che tendenzialmente la linea di base sulla quale si muoverà l’amministrazione, è quella che non vogliamo più investitori privati, con tutto il rispetto nei loro confronti, perché non credo si possa demonizzare a prescindere qualunque investitore. Però visto che qui abbiamo visto passare qualcuno che era un pò spregiudicato, senza voler offendere nessuno, onde evitare che magari capiti un altro un pò spregiudicato, diciamo che noi non rilasceremo concessioni demaniali marittime a soggetti terzi, ma solo alla nostra società in house. La partita è chiaramente ancora aperta, non finisce qui. Dal venerdì, quando è prevista la firma del contratto d’affitto di azienda, per una fase temporanea il porto è tornato nelle mani del Comune e mi auguro che ciò possa avvenire anche nella fase successiva, cioè quella dell’acquisto”.
ECCO COME IL COMUNE DI IMPERIA PAGHERÀ I 40 MILA EURO DEL CANONE DI AFFITTO E GLI STIPENDI DEI DIPENDENTI
“Non sarà il Comune, ma la Go Imperia a pagare i 40 mila euro mensili di affitto ai curatori fallimentari. Non sono soldi dei cittadini, ma di una società del Comune. In senso lato sono soldi dei cittadini, ma, lo ripeto, sarà la Go Imperia e non il Comune a pagare. Come in tutte le società, c’è un bilancio, ci sono dei costi e ci sono dei ricavi. Come sarà pagato l’affitto d’azienda? Sarà pagato esattamente come saranno pagati gli stipendi dei lavoratori, che questa amministrazione intende salvaguardare, tutti, e quindi il canone di affitto sarà pagato con i ricavi della gestione. Sono state fatte delle simulazioni, abbiamo verificato che la gestione, nonostante il porto sia praticamente, non dico vuoto, ma quasi, ma già in questa condizione, con la collaborazione e la volontà dei titolari dei posti di barca, di continuare a pagare i canoni di condominio, che comunque stavano già pagando alla Porto di Imperia Spa, diciamo che abbiamo riscontrato un equilibro finanziario, quindi sostanzialmente la gestione dovrebbe avere degli utili, comunque abbiamo fatto una valutazione molto prudenziale. Chiaramente se poi il porto riacquisterà la credibilità che deve avere, perché comunque sarà un porto gestito da un ente pubblico, dal Comune, sarà un porto della città, lavorando con un pò di marketing, con un pò di public relation, in un mondo come quello della nautica dove poi ci vuole veramente poco per fare brutta figura e fare scappare tutti da un porto, ci vuole anche veramente poco ad avere la fiducia di chi vuole tornare. L’esempio lo abbiamo con Calata Cuneo. C’era stato un problema sulla gestione di Calata Cuneo, che era gestita in maniera non corretta, sono state allontanate le barche. Nelle 12 ore successive lo sapeva tutto il Mediterraneo, quindi nessuno voleva più venire nel porto di Oneglia. È stata costituita l’Imperia Yacht, io ero amministratore unico di una società costruita dal niente (tra l’altro mi fa piacere essere stato l’amministratore unico di una società che dopo 4 anni diventa colei che gestisce il porto più grande del Mediterraneo e quindi questo mi fa molto piacere, personalmente per aver contribuito a costruire una società che poi ha avuto questo destino), sul porto di Oneglia le barche sono state mandate via, ma poi quando è iniziata la gestione della società del Comune sono tornate e hanno capito che la gestione era seria. Calata Cuneo è sempre piena, sinceramente avessimo il doppio dei posti disponibili potremmo come società del Comune affittarli senza problemi. L’Imperia Yacht non è una società che non ha niente. Esiste dal 2010, ha un bilancio, ha già dei ricavi che arrivano dalla gestione del porto di Oneglia, è già una società che produce utili, quindi si integrerà tutti in un unico contesto di gestione dei porti, ma solo per il momento. Abbiamo infatt detto in consiglio comunale che la Go Imperia è la multiutility, quella che abbiamo proposto in campagna elettorale, e in futuro gestirà tramite una fusione con l’Imperia Servizi anche i parcheggi a raso e i parcheggi interrati e magari anche altro, vedremo cosa ci verrà in mente di far fare alla nostra società multiutiliy che dovrà comunque erogare servizi pubblici per i cittadini e per i turisti che vorranno venire a Imperia”.
– ECCO QUANTO IL COMUNE DI IMPERIA RITIENE DI POTER INCASSARE DALLA GESTIONE DEL PORTO TURISTICO
– IL FUTURO DEI 90 POSTI BARCA ANCORA VUOTI
– IL FUTURO DELLE OPERE A TERRA, IN COSTRUZIONE E ANCORA DA COSTRUIRE
“Noi ci siamo basati sui bilanci della Porto di Imperia Spa storici e sull’esercizio in corso, dove sostanzialmente si prevede un fatturato, ricavi per circa 6 milioni di euro all’anno, quindi chiaramente la gestione provvisoria inizierà ad agosto e possiamo ragionare sui 2 milioni e mezzo di euro di ricavi, sempre che non vengano persone che vogliano affittare posti barca, perché ci sono ancora posti barca vuoti, liberi per l’affitto. È una cosa che ritengo possa avvenire. In questa fase di gestione provvisoria c’è l’idea di affittarli per fare dei ricavi utili alla società, poi con un eventuale, ipotetico, discorso futuro dell’acquisizione completa del bacino, potrebbero essere usati come moneta di scambio, con una gara pubblica, in permuta, per finire i lavori del porto, oppure potrebbero essere venduti dalla società del Comune a chi li vorrà acquistare per terminare le opere che necessita di essere terminate. Opere a terra? Io credo che sulle opere a terra vada fatto un ragionamento molto pesante, nel senso di ridimensionamento. Ritengo che siano comunque immobili che non hanno mercato. Non hanno mercato per il semplice motivo che in Italia non c’è la mentalità di acquistare una casa, un negozio, un ufficio, in concessione per 50 anni. L’italiano ha un concetto di proprietà che è perenne, per sempre. In altri paesi, tipo l’Inghilterra, ci sono situazioni in cui si acquista la casa per 90 anni e poi si deve ripagare nuovamente per altri 90 il terreno, mentre l’immobile rimane di proprietà. E’ una cosa un pò a se. Succede a Londra, in altri Paesi succede, in Italia non c’è questa mentalità di comprare una cosa per tot anni, per poi ricomprarla o restituirla. Secondo me le opere a terra non hanno nessun mercato. Già non lo avrebbero avuto con la concessione che teoricamente sarebbe dovuta durare 50 anni, ragionando sulla decadenza di questa concessione e sul rilascio di una nuova, è chiaro che non si può pensare durerà altri 50 anni, perché molte opere sono già state costruite, quindi molto probabilmente avrà una durata che sarà inferiore e quindi ancor di più non credo ci sarà un mercato per queste opere. A meno che non si decida di destinarle a immobili per uso interno al Comune, perché l’amministrazione comunale ha bisogno di spazi. Faccio un esempio, l’amministrazione comunale affitta lo spazio dove è stabilita la caserma di Vigili Urbani. Non ha nessun senso pagare un affitto, visto che potremmo per esempio dare una parte di questo costruito alla Caserma dei Vigili Urbani. Per quello che invece resta da costruire ritengo che sia assolutamente da eliminare dal progetto e invece andare a costruire la possibilità di fare spazi per la cantieristica, perché quelle sono attività che creano posti di lavoro e creano poi un indotto di conseguenza. Credo dunque che sia più opportuno andare a concentrare la nostra progettualità su qualcosa che sia più produttiva e redditizia per la città, dando la possibilità a persone che vogliono intraprendere l’attività legata al mondo della nautica e della cantieristica di avere degli spazi liberi dove sarebbero dovute nascere le palazzine”.
– LA CONCESSIONE DEMANIALE. PROSEGUIRÀ L’ITER DI DECADENZA?
“È difficile dare una riposta, dipende dagli eventi che succederanno. Molte cose di questa pratica in generale sono state fatte in più, ma sono state fatte per una strategia. Abbiamo cercato di delineare tutti gli scenari possibili e abbiamo messo in campo tutte le azioni possibili per cercare di seguire gli eventi che potrebbero essere diversi. Non rispondo alla domanda perché dipende da quello che succederà in futuro, da quello che faranno i soggetti terzi coinvolti in questa vicenda e mi riferisco ad Aquamare ed altri soggetti che sono stati coinvolti in passato in questa vicenda”.