24 Novembre 2024 03:24

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24 Novembre 2024 03:24

Imperia: la CGIL compie 120 anni, il convegno al Polo Universitario. “Da sempre in campo pensando al futuro. Calo demografico, abbandono scolastico e accoglienza le prossime sfide”/ Foto e video

In breve: Fondata nel 1901, quando ancora la città di Imperia non esisteva, la CGIL ha affrontato nel corso degli anni la storia dell'Italia, tra la guerra, il fascismo, i grandi scioperi e i diritti al lavoro.

Grande partecipazione questa mattina presso l’aula magna del Polo Universitario di Imperia, per i 120 anni di storia della Camera del Lavoro.

Fondata nel 1901, quando ancora la città di Imperia non esisteva, la CGIL ha affrontato nel corso degli anni la storia dell’Italia, tra la guerra, il fascismo, i grandi scioperi e i diritti al lavoro. Durante l’incontro si è anche parlato della situazione attuale post pandemia e sono state analizzate alcune proposte per il futuro.

Secondo il quadro analizzato dalla CGIL, la provincia di Imperia ha il grosso problema della demografia. In poco più di nove anni, infatti, la provincia ha perso circa 9300 residenti. Altri problemi particolarmente sentiti sono l’abbandono scolastico al 22% e i ‘neet‘ (ragazzi che non studiano e non cercano lavoro) al 31%, percentuale più alta della Liguria. Si è parlato anche della gestione dei migranti e dei lavoratori frontalieri.

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“Oggi festeggiamo una data importante e pesante. Sono 120 anni di storia, un momento significativo. Oggi con questo incontro all’aula magna dell’Università di Imperia proviamo a ricostruire il passato raccontando com’è nata la CGIL di Imperia, chiudendo sul presente, raccontando come vanno le cose qui e provando a proporre le nostre ricette per il futuro. Oggi vogliamo continuare un metodo di lavoro che ci appartiene fin dall’inizio”.

Quali sono le prospettive?

“Le prospettive partono da un presente che ha delle difficoltà. Un territorio che ha un grosso problema che è il tema della demografia. Dal 2011, quando eravamo 218 mila residenti in provincia di Imperia, siamo scesi ad agosto di quest’anno a 208.500. Abbiamo perso 9.300 residenti in 9 anni e 10 mesi, quasi 10 mila persona. Bisogna interrogarsi come diventerà questa provincia in futuro. Quali tipi di lavoro, servizi, sanità e trasporti bisognerà offrire e ricostruire.

Abbiamo l’abbandono scolastico al 22% per quanto riguarda la fascia dei ragazzi sotto i 24 anni. Abbiamo i ‘neet’, ragazzi che non studiano e non cercano lavoro, al 31%, percentuale più alta della Liguria. Questo si traduce in un lavoro dequalificato, in un momento in cui la storia dice che si va verso una rivoluzione digitale, quindi avere una scarsa scolarità è un problema per il futuro dei giovani. Gestire l’abbandono scolastico è un’emergenza di questo territorio.

C’è il tema della frontiera. Abbiamo 4.500 frontalieri a Monaco, 1.200 in Francia, quasi 6 mila frontalieri su 68 mila lavoratori in provincia di Imperia, quindi l’8% della forza lavoro del territorio. Sono numeri importanti che possono essere migliorati.

C’è il tema dei migranti, il tema dell’accoglienza e della gestione di un fenomeno inarrestabile, mondiale. Non si può far finta di nulla. Abbiamo avuto l’evidenza che non gestirlo non significa non avere una soluzione, ma significa peggiorare la qualità della vita di una città come Ventimiglia e delle persone che vogliono lavorare.

Sono tante le tematiche che oggi proporremo. Cgil è sempre stata in campo pensando al futuro e dando un contributo allo sviluppo del territorio. Noi oggi festeggiando i 120 anni vogliamo confermare questa nostra capacità, una delle qualità che la Cgil ha sempre avuto nella propria storia”.

 

Carlo Ghezzi – storico e membro della Fondazione di Vittorio

“Oggi festeggiamo centoventi anni portati bene. Si riflette sulle radici, come i primi nuclei di lavoratori costruirono questo strumento, come ha vissuto questo lunghissimo periodo attraversando la storia d’Italia e partecipando a costruire la storia d’Italia. Poco dopo che la Camera del Lavoro è nata è scoppiata la guerra, poi è arrivato il fascismo, 20 anni di negazione della democrazia, poi la Resistenza, guidata dal lavoro, dai grandi scioperi del ’43 e dal ’44, che hanno segnato la Costituzione che poi sarebbe nata che recita nel suo primo capitolo che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

Poi la ricostruzione, i duri anni ’50, la riscossa operaia degli anni ’60, l’esplosione dell’autunno caldo con la conquista di tanti diritti. Un’altra stagione difficile: difendere la democrazia contro il terrorismo nero e il terrorismo brigatista.

Infine le sfide per entrare in Europa e per affrontare le questioni di oggi, dal lavoro alle tematiche ambientali alla rivoluzione digitale. Una Camera del Lavoro che è impegnata per affrontare il futuro”.

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