Il Tribunale di Imperia, con un provvedimento firmato dai giudici Maria Teresa De Sanctis (relatore), Martina Badano (giudice) e Silvana Oronzo (presidente) ha dichiarato “aperto d’ufficio il procedimento per la revoca dell’ammissione al concordato preventivo della società A.M.A.T. S.p.A. in liquidazione, in persona del Liquidatore” e ha fissato “per la comparizione della società l’udienza del 26 gennaio 2022 ore 10.30″.
Un provvedimento del tutto simile a quello emesso in precedenza per la società Rivieracqua, con la differenza che quest’ultima prosegue nella gestione del servizio idrico imperiese e andorese, mentre, come rileva lo stesso Tribunale, “in conseguenza della consegna degli impianti, a far data dal 01.02.2021 Amat ha cessato la propria attività e con delibera assembleare del 18.03.2021 è stata posta in liquidazione“. Non solo. Il concordato di Amat si basava sostanzialmente sul valore di riscatto che Rivieracqua avrebbe dovuto versare per l’acquisizione di tutti gli impianti. Un valore che dagli oltre 25 milioni di euro fissati in origine, è stato rideterminato dal Commissario ad Acta, Gaia Checcucci, in 10 milioni e mezzo.
Per i giudici il piano di concordato di Amat “non risulta più coerente con la realtà”
Un passaggio fondamentale, che fa dire ai giudici “che il piano (di concordato di Amat ndr) non risulta più coerente con la realtà di fatto e di diritto e che le assunzioni su cui è basato sono divenute irrealizzabili, dal che emerge con evidenza l’inettitudine del piano al raggiungimento della causa concreta del concordato”.
I giudici nel loro provvedimento fanno anche riferimento alla revoca del concordato nei confronti di Rivieracqua, alle incertezze sul recupero dei crediti da parte di quest’ultima e alla notevole dilatazione dei tempi di un eventuale concordato. E scrivono: “osservato, inoltre, che con decreto in data 10 novembre 2021 il Tribunale di Imperia ha revocato l’ammissione alla procedura di concordato preventivo della società Rivieracqua ScpA; considerato che i termini di pagamento dei propri debiti (in rate ed in cinque anni) […] risultano aleatori, incerti e condizionati al verificarsi di eventi futuri (omologa dell’accordo di ristrutturazione, copertura del deficit patrimoniale, ricapitalizzazione e finanziamento); considerato che il ricorso ai sensi dell’art. 161 l.f. per concordato preventivo di Amat è stato depositato il 6.5.2019 e che l’apertura della procedura è dell’8.4.2020, il concordato, ove pure venisse depositato il piano definitivo, valutati i tempi per l’omologa non raggiungerebbe la fase dell’esecuzione se non nel corso dell’anno 2023 (con una ipotizzata durata quinquennale della fase post omologa), pur essendo stato previsto nell’originaria proposta il saldo dei chirografari entro la fine del mese di marzo 2024″.
Ala luce di tutto questo, il “Tribunale dichiara aperto d’ufficio il procedimento per la revoca dell’ammissione al concordato preventivo della società A.M.A.T. S.p.A. in liquidazione, in persona del Liquidatore; fissa per la comparizione della società l’udienza del 26 gennaio 2022 ore 10.30; dispone che del presente decreto sia data comunicazione al P.M. a cura della Cancelleria e a tutti i creditori a cura del Commissario Giudiziale”.
Resta ora da capire quale sarà, in caso di revoca del concordato, il futuro di Amat. Quel che è certo è che si riapre il rischio di fallimento, con tutte le conseguenze del caso. Anche il Comune di Imperia (socio al 52%), di riflesso, potrebbe avere problemi, perché rischia di veder sfumare i propri crediti con Amat, pari a circa 9 milioni di euro. Nei prossimi giorni, probabilmente, se ne saprà di più.