Un’altra grande impresa per il preparatore atletico imperiese Jacopo Arrobbio. Negli scorsi giorni è stato impegnato in Spagna insieme all’Under 16 maschile di pallacanestro per il torneo internazionale a Iscar.
Per Arrobbio si tratta della terza presenza con la squadra nazionale, dopo aver collaborato con la Nazionale Senior Femminile e la Nazionale maschile Under 14.
Basket: il preparatore atletico imperiese Jacopo Arrobbio in Spagna con la nazionale U16
“Inizialmente abbiamo partecipato al raduno a Roma dove abbiamo selezionato 12 atleti per il torneo in Spagna (Iscar), che si è svolto dal 5 al 7 dicembre. Lì la nostra nazionale si è scontrata con le squadre di Russia, Spagna e Castilla y Leon.
L’obiettivo principale di questo torneo è stato quello di far fare esperienza ai ragazzi che, causa covid, non hanno potuto fare il loro naturale percorso all’interno delle squadre nazionali e che quindi erano alla loro prima esperienza con la maglia azzurra”.
Com’è andata?
“Siamo arrivati terzi perdendo di misura sia con la Russia che con la Spagna (quest’ultima vincitrice del torneo), due squadre molto forti che si sono dimostrate superiori alla nostra.
In ogni caso, sono molto soddisfatto del lavoro svolto assieme a tutto lo staff che è stato fantastico.
Ringrazio specialmente il Coach Andrea Capobianco, un allenatore incredibile e con un curriculum pazzesco, sia nell’ambito della Serie A, sia per il livello nazionale giovanile e senior.
Lavorare con persone di questo spessore, umano ancor prima che tecnico, ti obbligano a fare un step mentale, perché la loro normalità è un livello altissimo”.
Non è la prima volta che accompagna le nazionali di basket, può raccontarci le emozioni di questi incarichi?
“Sì, questa è la mia terza apparizione con la nazionale dopo aver lavorato con la Senior femminile e l’Under14 maschile. Lavorare con la nazionale è qualcosa di unico, perché si sente proprio il peso della maglia. Non è una frase fatta quando si dice che si sente la responsabilità di rappresentare la propria nazione.
In questo momento non so se prenderò parte ad altre “spedizioni”, ma se capiterà proverò sempre a dare il mio contributo. Il mio è un ruolo di collegamento, perché hai a che fare direttamente con gli allenatori e quindi con gli aspetti prettamente tecnici del gioco. Il preparatore ha anche il compito di comunicare con lo staff sanitario per quello che riguarda i recuperi e la prevenzione.
Inoltre abbiamo il compito di “tradurre” i tecnicismi di campo ai sanitari oltre che la terminologia medica agli allenatori. Insomma il lavoro non manca quando si è in raduno e soprattutto quando si lavora con staff importanti”.