“Bisogna fare tante cose, il primo problema a cui mi dedicherò è la riorganizzazione della macchina ente-provincia. Po ci sono le tematiche principali, acqua, trasporti e rifiuti“. Queste le parole del neopresidente della Provincia, Claudio Scajola, agli organi di stampa, nella mattinata odierna, giorno dell’insediamento dopo l’elezione di ieri, domenica 19 dicembre 2021.
Imperia: Claudio Scajola presidente della Provincia, oggi l’insediamento
Come valuta le percentuali dei voti?
“Per me la cosa più importante è fare le cose. Questo era un voto ponderato, dare valutazioni senza un voto popolare è una cosa sbagliata. Ho visto che qualcuno le ha fatte, sono sciocchezze. Questo è un voto che hanno espresso i sindaci e gli amministratori, nei confronti di persone di cui avevano fiducia.
Se si esamina il dato dei singoli votanti, è importante che hanno partecipato in tantissimi. Una percentuale alta, il 75% degli amministratori di questo territorio ha voluto partecipare per far ricrescere questa provincia, che è in difficoltà.
Il significato politico che vedo è il desiderio che la Provincia riassuma di nuovo il ruolo che compete, di coordinamento fra i Comuni.
Il dato che qualcuno ha estrapolato, secondo le appartenenze dei consiglieri, io le ho valutate bene. La stragrande maggioranza non è iscritto a nessun partito.
Per quello che compete il Comune di Imperia i voti sono andati un po’ a tutti, per cercare di compensare una presenza dei territori. Questa è la cosa più importante.
Dare una valenza a chi ne ha presi di più o di meno, come dice Sgarbi, ‘capre'”.
Per lei candidarsi è stato quasi un dovere?
“La gente non ci crede. Io non ho nessuna convenienza personale su questa vicenda. È una fatica, io amo la mia terra.
Mi sembrava doveroso dare più autorevolezza a questo ente, che è importante ancora adesso. L’ho sentito come un servizio”.
Ora che è presidente, quali sono le priorità?
“Qui ci sono tre ordini di problemi. Il primo è la macchina, se la macchina non funziona e non è organizzata, nulla si può affrontare.
Il primo problema a cui mi dedicherò, è la riorganizzazione della macchina ente-provincia. Quando la macchina sarà organizzata e spero nei tempi più brevi possibili, ci sono i grandi problemi.
Ho visto che bisogna fare tante cose. I primi problemi sono quelli all’ordine del giorno, acqua, trasporti e rifiuti.
Poi ci sono i problemi di far sistema, questo è il territorio più bello del mondo. Dobbiamo far sistema, dire basta a campanilismi che sono vecchi, stantii. Che in qualche modo sono assolutamente superati.
Se questo territorio fa sistema, credo che si possa aprire al mondo e quindi dare prospettiva di sviluppo e di lavoro ai nostri giovani”.
Per quanto riguarda la RT, come commenta la notizia della cessione delle quote azionarie dal Comune di Taggia al direttore generale Sandro Corrado?
“Una cosa curiosa. Sono abituato prima a studiare e poi decidere. Il dossier è uno di quelli su cui bisogna studiare, confrontarsi, capire e poi decidere qual’è il meglio”.
Il sindaco Biancheri sarà all’opposizione, quale sarà il suo rapporto con la città di Sanremo?
“All’opposizione non lo so. Io sono stato l’unico candidato a presidente della Provincia. Quindi il più esposto al voto dei 700 amministratori, essendo l’unico bersaglio.
Avrei preferito avere un concorrente. Biancheri ci ha provato, ma non ha avuto il consenso necessario per presentare la sua candidatura.
Adesso non parlerei di maggioranza o opposizione. Alla mia figura di presidente, non c’è stato un oppositore.
Io mi considero il presidente della Provincia di tutti i consiglieri provinciali.
Il consiglio provinciale ha delle competenze, ma così come è organizzato, sino a quando la legge non cambierà, è un organo monocratico.
Io mi riferirò molto al consiglio provinciale eletto, ma istituirò una permanente consultazione con l’assemblea di tutti i sindaci della provincia.
Credo che sia questo il compito principale che l’ente provincia oggi debba assolvere”.
Cosa risponde a Ferruccio Sansa, che ha giudicato inopportuna la sua candidatura?
“Sansa è un mistificatore per natura, non conosce né la Costituzione, né lo stato di diritto. Forse è rimasto un bolscevico”.
Per quel che riguarda l’Ato idrico?
“È uno dei problemi da studiare“.