È stata presentata oggi, tramite la videoconferenza trasmessa da Goodmorning Genova, “SOS SALUTE PUBBLICA LIGURIA”, la rete regionale che si propone di creare uno spazio dove poter unire le proprie esperienze per affrontare i problemi che affliggono la sanità pubblica ligure, specialmente dopo i due difficili anni di pandemia.
Presenti alla videoconferenza: Giovanni Giaccone di Goodmorning Genova, ️Mauro Manuello (Coordinatore Cittadinanzattiva Imperia ), Claudio Calabresi (medico, Rete genovese “Insieme per la salute di tutti”), Rino Tortorelli (Vice Segretario regionale Cittadinanzattiva), Cecilia Francini (medico, @Casa della Salute Piagge di Firenze), Luca Negrogno (sociologo, membro dell’Assemblea per la salute del territorio di Bologna) e Rossana Aluigi (Rete genovesel “Insieme per la salute di tutti”).
Nasce la rete “SOS Salute Pubblica Liguria”: ecco di cosa si tratta
“Come siamo arrivati a creare questa rete? – ha affermato Mauro Manuello per spiegare l’iniziativa – Ci è voluto quasi un anno di lavoro per contattare le varie realtà regionali. Pensavamo di avere delle criticità locali e abbiamo scoperto che invece sono estese a tutta la Liguria. La situazione è drammatica e abbiamo capito che da soli non ce l’avremmo mai fatta. Siamo tutti sconfitti perchè singolarmente siamo totalmente inascoltati. È impressionante non solo il vuoto istituzionale, ma addirittura i partiti, le istituzioni in genere. Da questa consapevolezza abbiamo fatto il salto organizzativo. Abbiamo pensato di creare una rete per coordinarci a livello regionale, per diventare un riferimento per i cittadini.
Siamo convinti di presentare un soggetto sociopolitico nuovo in Liguria, formato da puri cittadini. Con sorpresa ci siamo resi conto che ci sono movimenti nascenti anche in altre regioni. Grazie a questa iniziativa abbiamo prodotto un documento che è stato chiamato ‘Sei pilastri in difesa della sanità pubblica’”.
“SOS Salute Pubblica Liguria è una rete regionale cui aderiscono oltre 30 realtà e reti territoriali (gruppi, movimenti, associazioni) in parte già esistenti prima della pandemia, in parte sorte sui temi della salute (e della sanità) sulla spinta di problemi e criticità locali.
In tutti i territori della regione esistono criticità relative a ospedali, servizi territoriali, esigenze e bisogni di salute di singoli e comunità, che sempre meno trovano risposte adeguate.
Questi due anni di pandemia hanno messo definitivamente a nudo lo stato di abbandono in cui è stato da tempo lasciato gran parte del Servizio Sanitario nazionale: pur se quel che ne resta è stato l’unico soggetto in grado di dare risposta al dilagare dei contagi, non sono oscurabili le gravissime carenze, a partire dalla medicina territoriale, dalle cure domiciliari e dalla quasi-assenza di strumenti di prevenzione primaria.
Gli stessi ospedali, sottoposti a pressione per rispondere alla richiesta di cure per il Covid, sono arrivati sull’orlo del collasso e tuttora sono obbligati a trascurare spesso le altre patologie (tumori, malattie acute e croniche), per cui oggi – oltre a contare (e a contare male) i morti per il virus – dovremmo anche calcolare i decessi per mancata assistenza complessiva.
In questi 2 anni all’errata visione ospedalo-centrica hanno fatto da contraltare l’evidenziazione della colpevole pregressa svalorizzazione – fino allo svuotamento – delle strutture e dei servizi territoriali, dei Dipartimenti di prevenzione, nonché il cronico accantonamento del ruolo dei medici di medicina generale, particolarmente esasperato nei primi mesi di pandemia: mancanza di strutture, malfunzionamento della burocrazia, carenza di posti letto negli ospedali, chiusura di ospedali e servizi, insopportabili tempi di attesa per prestazioni specialistiche, carenza di personale pressocchè in tutti i settori, criticità diffuse.
La diminuzione di offerta pubblica sta comportando un progressivo ricorso alle strutture private, precludendo a molti l’accesso alle cure. E ai vari livelli, nazionale e locale, si è assistito a strategie informative sconnesse, qualche volta ridondanti e spesso confuse, che hanno disorientato molti cittadini.
Alcune delle istanze sorte spontaneamente, che riuniscono semplici cittadini e professionisti, movimenti e gruppi, si stanno organizzando e riunendo, nella consapevolezza che occorre agire razionalmente e quindi il più possibile collettivamente, per contrastare i tanti aspetti che non vanno, le carenze e le difficoltà singole e collettive.
La rete ragionale SOS Salute pubblica Liguria nasce per questo, per tentare (ovviamente insieme con tutti i soggetti disponibili) di contrastare le tendenze in atto, per denunciare e favorire la mobilitazione collettiva ma anche per confrontarsi in un rapporto dialettico con le istituzioni, con l’impegno a fare rete, diffondere informazioni ed anche ad approntare proposte di soluzioni condivise, utili al fine di ripensare al modello ed alle forme organizzative di nuova sanità, più giusta e meno diseguale tra i cittadini”.