Archiviata la maratona del Festival di Sanremo, il presidente della Regione Giovanni Toti dovrà occuparsi di ben altre maratone. E dovrà farlo in fretta, prima che per lui e l’intera Giunta regionale sia troppo tardi.
La spaccatura con la Lega di Salvini è ormai netta e le cose non vanno bene neppure con gli alleati di Fratelli d’Italia. Ma non finisce qui. Toti infatti rischia di veder migrare qualche suo “fedelissimo” (le virgolette in questo caso sono d’obbligo) da Cambiamo proprio verso la Lega e F.d’I. Per il governatore ligure è necessario agire in fretta, se non per salvare il governo della Regione, almeno per chiarire cosa vuol fare da grande.
Toti a pranzo con Burlando a Genova, Renzi con Biancheri a Sanremo e i messaggi al vetriolo sulla chat WhatsApp di Cambiamo
Prima il pranzo sul porto con l’ex nemico Claudio Burlando, poi l’inciucio con Renzi, che nel frattempo ha pranzato col sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, con lo sguardo più che verso il mare, verso le prossime elezioni Politiche. Senza contare la coltellata nella schiena a Salvini sulla candidatura di Elisabetta Casellati alla Presidenza della Repubblica. Che dire, quando è troppo, è troppo. E la Lega ora vuole chiarimenti, magari accompagnati da un rimpasto nella Giunta di via Fieschi.
Anche fra le fila di Cambiamo c’è però chi non ha gradito troppo la fuga di Toti verso i Renziani per creare il nuovo soggetto politico Coraggio Italia. Il presidente, tirato per la giacchetta dai leghisti, prima ha pubblicamente garantito: “Io resto alla guida della Liguria, non mi interessa andare a Roma”. Poi, però, sulla chat WhatsApp del suo gruppo politico avrebbe detto di essere pronto a dimettersi, sottolineando: “La legge mi consente di farlo e di convocare le elezioni“.
Nella confusione generale interviene il capogruppo di Cambiamo in Consiglio regionale Angelo Vaccarezza, che propone un documento da far sottoscrivere a tutti i consiglieri del partito del presidente, con il quale si mettono le proprie poltrone a disposizione di Toti. Come del resto, anche senza scriverlo, hanno già fatto il vicepresidente Alessandro Piana e gli assessori della Lega nei confronti di Salvini e l’assessore Gianni Berrino nei confronti di Giorgia Meloni. Tutti pronti a seguire le scelte dei rispettivi partiti.
L’ipotesi di una ricerca di appoggio da parte di Pd e 5 Stelle per far fuori Lega e F.d’I.
Nel frattempo qualcuno vocifera della possibilità di far fuori gli alleati diventanti ingombranti e cercare stampella fra le fila di Pd e Movimento 5 Stelle. Ipotesi che appare piuttosto peregrina e che porterebbe quasi certamente a un suicidio politico di chi la condividesse. Se la storia può insegnare qualcosa, un precedente simile ci fu a Imperia, quando il sindaco Paolo Strescino (F.d’I), suggestionato dal tintinnar di manette per il caso del porto turistico, azzerò la sua Giunta di Centrodestra ed ebbe per qualche tempo il sostegno del Pd. Come andò a finire, appunto, è storia.
Quindi da lunedì Giovanni Toti avrà il suo da fare per far capire prima ai suoi e poi agli alleati cosa intende fare. Magari, questa volta, ragionando con calma e scegliendo con prudenza i commensali con cui dividere il pranzo e la cena. Su un piatto della bilancia c’è il futuro politico e amministrativo della Liguria. Sull’altro piatto le mire romane in vista delle prossime elezioni Politiche. E i conti bisogna farli bene, con calma e con tutti, Forza Italia compresa, che ha riunito il direttivo regionale e chiesto una cabina di regia per ricompattare il Centrodestra ligure. A buon intenditor…