Grande appuntamento letterario oggi a Imperia con Edoardo Albinati, scrittore e giornalista, vincitore del Premio Strega 2016 con il libro “La Scuola Cattolica”, recentemente approdato sul grande schermo con il film diretto da Stefano Mordini.
L’evento, organizzato con la collaborazione della professoressa Francesca Rotta Gentile, si è svolto presso la Sala Convegni della Biblioteca Civica in occasione della presentazione dell’ultimo libro dello scrittore, “Velo Pietoso”, alla presenza del giornalista imperiese Stefano Delfino in veste di moderatore, del Sindaco di Imperia Claudio Scajola, l’assessore comunale alla cultura Marcella Roggero e numerose altre autorità civili e militari del territorio.
ImperiaPost ha incontrato Albinati a margine della conferenza.
A Imperia lo scrittore Edoardo Albinati
Le parole che usiamo sono lo specchio della società?
“Certamente. Noi viviamo e parliamo nello stesso modo. Quest’ultima epoca temo passerà alla storia come l’epoca della pandemia, ed è anche il motivo per cui ho scritto questo libro in condizioni d’isolamento e di solitudine che abbiamo vissuto quasi tutti noi. Durante quel periodo venivo particolarmente colpito da quello che sentivo in televisione, alla radio e da quello che leggevo. Mi colpiva l’aspetto verbale e cercavo di capire quali erano le cose che mi divertivano oppure che mi facevano arrabbiare e mi irritavano.
Questo libro è una semplice registrazione, che non ha nessuna pretesa di completezza nè di serietà, delle iperboli assurde che ho sentito, dell‘uso e l’abuso che si fa della retorica che negli ultimi mesi ha galoppato in tutte direzioni, registrando ogni tanto delle cose accadute al nostro modo di parlare che apparentemente non hanno spiegazione.
Faccio solo un esempio: il fatto che nessuno dica più, rispondendo, ‘sì’ ma debba dire ‘assolutamente sì’, è qualcosa che non apparteneva alla nostra lingua e che fa pensare che una persona non veda il proprio ‘sì’ come sicuro, come se il suo ‘sì’ non fosse sufficientemente affermativo allora si debba rafforzare con questo ‘assolutamente’. Nel libro ho fatto esempi parodistici, come la deformazione del famoso verso di Dante che descrive l’Italia come ‘il bel paese dove il sì suona’ trasformato ne ‘il bel paese dove l’assolutamente sì suona’.
L’iniziale censura agli under 18 del film “La scuola cattolica” l’ha fatta riflettere?
“Questo episodio della censura è stato interessante soprattutto per le motivazioni per cui stato posto questo divieto. Nelle motivazioni sembrava veramente che si volesse privare le persone minori, ragazzi e ragazze, di sapere qualcosa che invece era proprio diretto a loro, visto che i protagonisti di quella vicenda, centrale del mio libro e nel film, cioè il delitto del Circeo, erano appunto dei ragazzi e delle ragazze. Il paradosso era questo, cioè che la censura interveniva a nascondere delle cose che proprio le persone a cui le nascondeva invece sarebbero state le più interessate a conoscere”.
Una parola per i giovani per evitare di cadere nella retorica?
“Forse non sarà uno slogan molto entusiasmante, ma direi loro, e a tutti, di essere un po’ diffidenti, di non fidarsi, soprattutto, anche se è un paradosso, di non fidarsi di quello che dicono gli adulti”.