“Era mio dovere chiedere scusa alle forze dell’ordine. Non ho denunciato loro, ma chi li ha mandati“. Così Giuseppe Lo Iacono, coordinatore regionale di Più Italia, in merito all’episodio che lo ha visto protagonista nella serata dello scorso 9 gennaio, quando i Carabinieri di Taggia hanno effettuato un controllo nel suo locale (la panicoteca “La Fenice”) per verificare il rispetto delle normative anticovid, in particolare mascherina e green pass. Il video in cui non mostra il green pass ai Carabinieri ha fatto in poche ore il giro della rete.
Dopo pochi giorni, Lo Iacono ha ricevuto la notifica delle sanzioni elevate a lui e al suo socio (ad entrambi due multe da 400 euro per non aver esibito il green pass e per non aver indossato la mascherina). Il ristoratore ha deciso quindi di contestare le multe e, inoltre, di adire le vie legali nei confronti di coloro che, sostiene, abbiano ordinato il controllo.
Imperia: rifiutò i controlli dei Carabinieri nel locale, parla Giuseppe Lo Iacono
Giuseppe Lo Iacono
“Dopo sei giorni dall’episodio mi hanno notificato gli atti e li sono andato a ritirare, anche se la legge dice che hanno 48 ore per presentarli al Prefetto. Abbiamo impugnato gli atti.
Abbiamo deciso di fare un lavoro diverso, come ho spiegato alle forze dell’ordine non è una battaglia che ho da fare con loro. Sono andato in caserma a scusarmi con loro. Insieme ad altri ho deciso di fare delle azioni più importanti: colpire il mandante.
Abbiamo fatto delle richieste per sapere chi ha delegato questi interventi. Purtroppo sono i Sindaci che hanno delegato questi atti verso i cittadini, quindi abbiamo preso posizione tutelando chi lavora, che sono le forze dell’ordine, e abbiamo preso posizione su qualcuno più alto di loro. Non posso esprimermi, le posizioni le abbiamo prese. Presto usciranno gli atti e comunicheremo.
Mi hanno sanzionato per la mascherina, nonostante l’esenzione medica, e il green pass, 400 euro l’una, per due perchè l’hanno fatta a me e al mio socio. Le ho contestate.
Ci siamo resi conto che da quello che è successo sono intervenuti nel locale altre 5 volte in un solo mese, tramite accordo con i Sindaci, e addirittura sono intervenuti i NAS da Genova. Punirne uno per punirne 100 non ha funzionato bene. Continuerò ad andare avanti a contrastare questo sistema, a prescindere da questi atti che sono comunali.
Abbiamo deciso tutti insieme, anche con altri commercianti, di non andare a punire una categoria che in fin dei conti tutela il loro lavoro. Purtroppo oggi se non intervengono su questo rischiano di perdere il loro lavoro. Siamo tutti sulla stessa barca. Quindi abbiamo preferito non andare a colpire persone che lavorano ma persone che usufruiscono del loro stipendio per rovinare un paese o un cittadino che vuole solo lavorare.
Era mio dovere chiedere scusa perchè loro rappresentano una forza che io rappresento, perché sono molto contento delle forze dell’ordine, anche se purtroppo sono state implicate in questo giochino anche loro. Era mio dovere porgere le mie scuse, sono state accolte. Abbiamo avuto un dibattito, abbiamo parlato ci siamo capiti. Le volte successive in cui sono intervenuti abbiamo parlato senza mostrare niente a nessuno, ma era mio dovere comunque chiedere scusa alle forze dell’ordine”.