23 Novembre 2024 10:03

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23 Novembre 2024 10:03

Imperia: Studenti in assemblea alla CGIL. L’appello alle istituzioni. “Edilizia, trasporti, PCTO, maturità e supporto psicologico. Ascoltateci” / Foto e video

In breve: Presenti una quindicina di studenti di diverse scuole della provincia di Imperia: l'Istituto Nautico, il Liceo Cassini, il Liceo Artistico Scienze Umane Amoretti e il Liceo Vieusseux.

Dall’alternanza scuola-lavoro all’edilizia scolastica, dall’esame di maturità al supporto psicologico, fino ai trasporti.

Sono queste le tematiche discusse ed evidenziate dai giovani del sindacato studentesco “Rete degli Studenti Medi” di Imperia, che oggi si sono riunioni presso la Camera del Lavoro di Imperia, in via De Sonnaz.

Presenti una quindicina di studenti di diverse scuole della provincia di Imperia: l’Istituto Nautico, il Liceo Cassini, il Liceo Artistico Scienze Umane Amoretti e il Liceo Vieusseux.

Domani, 2 marzo, è in programma un’altra assemblea presso la Federazione Operaia di Sanremo.

Gastone Mostardini, Istituto Nautico, Giacomo Persico, Liceo Cassini Sanremo, Donia Mehdi, Liceo Artistico Amoretti

“Siamo qui per parlare sia delle tematiche a livello nazionale, che sono scoppiate nell’ultimo periodo e ci hanno spinto a lavorare maggiormente con la Rete degli Studenti Medi, sia delle tematiche locali.

I temi sono ad esempio l’alternanza scuola-lavoro, che adesso si chiama PCTO, l’esame di maturità, i trasporti, il supporto psicologico e l’edilizia scolastica.

Abbiamo già fatto una manifestazione a Sanremo, davanti al liceo Cassini, per quel che riguarda la seconda prova della maturità. Noi abbiamo voluto segnalare una scarsissima comunicazione fra studenti e Ministero e una strumentalizzazione della scuola che va avanti da molti anni.

Adesso vogliamo occuparci del discorso dell’edilizia scolastica e della logistica. Abbiamo delle scuole che stanno soffrendo. Mancano le classi, non c’è una sede centrale.

Vogliamo cercare di avere un piano per muoverci”.

Il Liceo Artistico di Imperia è quello messo peggio dal punto di vista dell’edilizia scolastica?

“Sì. Ci è stato detto che torneremo nella nostra sede di via Agnesi. Non ce lo aspettavamo viste le ultime parole del sindaco. Forse si sono accorti che non abbiamo nessun altro posto dove andare, stranamente un po’ tardi, hanno deciso di riportarci li.

Come sede definitiva ci hanno proposto questa nuova sede a Oneglia, il posto non si sa ancora, nei prossimi 10 anni, per stare tutti quanti assieme e non essere divisi come sempre.

Ce lo ha detto la preside, aveva avuto un colloquio con il sindaco nelle scorse settimane”.

Come state vivendo questa situazione?

“La nostra giornata dipende dall’indirizzo che si frequenta. Io per esempio sono in una classe unita con due indirizzi uniti, la 4 FG. Io che sono di arte figurativa devo salire su in succursale, altrimenti non avrei il luogo adatto per poter fare i laboratori. Ci sono varie cose che non posso fare in sede, essendo che la situazione aule è abbastanza limitata”.

Dopo due anni di pandemia avete avuto conseguenze anche a livello psicologico?

“Abbiamo anche raccolto delle testimonianze di alcuni ragazzi che hanno avuto difficoltà nel tornare, adesso dopo due anni, a vivere come si faceva prima.

Magari i ragazzi che sfruttavano la scuola per avere interazioni sociali, stando tutti a casa è stato difficile per loro avere dei rapporti umani. Soprattutto ragazzi che abitano in paesi più piccoli , hanno problemi di connessione e sono stati un po’ isolati in questi anni. Due anni durante l’adolescenza sono un periodo importante. Speriamo che le scuole rimangano sempre in presenza. Siamo contenti del fatto che la DAD è veramente usata solo in casi eccezionali.

Noi difenderemo la scuola in presenza sino a quando sarà possibile”.

“Ultimamente si è iniziato a parlare del problema della salutementale tra i giovani. Gli adolescenti sono molto più deboli su questo punto. Bisognerebbe migliorare la situazione della figura degli psicologi a scuola. In molti istituti o non ci sono o, come nel mio istituto, Amoretti-Artistico, c’è solo una psicologa che in una sola giornata deve spostarsi dalla sede di Sanremo a quella dell’Amoretti di Imperia a quella dell’Artistico di Imperia. Una cosa praticamente impossibile, quindi gli studenti che utilizzano questo servizio, che è l’unico che possono usare dato che lo psicologo non è gratis, si ritrovano a poterlo usare solo per parlare 15 minuti alla settimana. Non è abbastanza visto il grande numero di studenti. È una situazione che si può migliorare soprattutto per chi proprio non ce l’ha”.

Un’altra tematica sono i trasporti?

“I trasporti hanno subito un declino terribile. La maggior parte di noi studenti del Nautico dobbiamo prendere un treno e un autobus, per arrivare a scuola. I treni sono rimasti invariati, siamo riusciti a prendere il solito treno ma, con la gestione della qualità e l’aumento dell’orario, adesso torniamo quasi 1 ora e mezza più tardi a casa.

Sino a metà novembre siamo rimasti senza una certezza sulle navette, la RT a volte le mandava e a volte no. Adesso devo ammettere che sembra abbastanza stabile la situazione anche se qualche problema c’è ancora”.

Vi sentite abbandonati? Cosa chiedete?

“Chiediamo dialogo, chiediamo di essere ascoltati. Che le nostre richieste vengano prese in considerazione e discusse tutte assieme, avendo anche un po’ di voce in capitolo”.

Fulvio Fellegara, CGIL

“Oggi è una bella giornata perchè ospitiamo la Rete degli Studenti Medi, una realtà importante all’interno delle scuole. Sono ragazzi che vanno ascoltati, che hanno bisogno di uno spazio di dialogo e coordinamento per potersi confrontare per poter condividere le problematiche, le speranze, le soluzioni e le proposte che hanno da fare che troppo spesso il mondo degli adulti non ascolta o sottovaluta.

La CGIL in tutta Italia ha stretto l’attenzione su questa tematica e anche qui a Imperia ci siamo messi a disposizione e in ascolto, provando a capire le esigenze che manifestano e dargli il supporto che meritano nella battaglia o, se non vogliamo usare questa parola, nel percorso che vorranno fare.

Siamo partiti dallo shock provocato da qualche settimana dalla morte di Lorenzo e poi di Giuseppe, di 18 e 16 anni, che in circostanze di scuola lavoro si sono ritrovati a perdere la vita in una maniera nella quale un genitore mia penserebbe. Purtroppo in Italia stanno capitando troppe morti sul lavoro e si stanno estendendo anche ai ragazzi. Questi episodi sono la punta dell’iceberg di una problematica più vasta e di un tema che va presa in carico.

Per questo riteniamo che il tema dell’alternanza vada rivisto dando tutti gli elementi di sicurezza e tranquillità evitando che diventi un mero metodo sostitutivo delle persone che lavorano. Questo è stato un motivo per riappropriarci di questo tema e ascoltare questi ragazzi dandogli uno spazio di confronto”.

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