23 Novembre 2024 06:23

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23 Novembre 2024 06:23

Imperia: pescatori in sciopero contro il caro gasolio. “Servono azioni di emergenza da parte del Governo”/Le immagini

In breve: Non si esclude il fermo delle barche da pesca per tutta la settimana

Sciopero dei pescatori imperiesi contro il caro gasolio. Oggi e domani (8 e 9 marzo) le barche da pesca restano ferme nei porti e per domattina alle 9,30 è prevista un’assemblea nel porto peschereccio di Sanremo alla quale interverranno anche i pescatori di Imperia e Bordighera.

Non si esclude il fermo delle barche da pesca per tutta la settimana

Sempre domani è in programma anche un incontro a livello nazionale con il ministero delle Politiche agricole. Allo sciopero di due giorni hanno aderito la maggior parte delle marinerie italiane.

Spiega Lara Servetti responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare: “Chiederemo al Governo uno scostamento di bilancio per poter affrontare le emergenze e un allentamento delle normative comunitarie, alla luce del conflitto in atto in Ucraina. Domattina i pescatori imperiesi decideranno ulteriori azioni di protesta, compreso l’eventuale fermo delle barche per tutta la settimana”.

“Disegno di morte cui è destinato il settore della pesca”

Prosegue la Servetti:L’aumento del costo del gasolio, di fatto raddoppiato, rispetto a un anno fa, nonché dei costi delle materie che incidono per circa il 70/80% sui costi di produzioni, per le imprese ittiche è divenuto insostenibile. La riduzione della marginalità non consente di garantire la sostenibilità economica e pertanto di fornire il pregiato prodotto ittico ligure nella distruzione e nella ristorazione. 

E’ necessario sedersi ad un tavolo e ragionare sulle politiche gestionali che in questi ultimi dieci anni sono state attuate e che sono completamente da rivedere. Invitiamo ad una riflessione su cosa si vuole fare di un intero comparto della produzione primaria: vogliamo l’annullamento della pesca professionale oppure si ritiene che il settore agroalimentare sia un settore strategico? Questo è il primo quesito da farsi.

La pandemia e i recenti e drastici accadimenti ci fanno comprendere che la produzione primaria è essenziale e non possiamo pensare che gli approvvigionamenti siano totalmente orientati verso l’estero. Dobbiamo ripensare la politica di gestione della pesca. Il fattore del caro gasolio è solo una goccia in contesto di forte disagio. Sono mesi che la pesca manifesta per portare a conoscenza dell’opinione pubblica del disegno di “morte” cui è destinato il settore della pesca.

Se non si effettua un cambio di marcia in Liguria resteranno pochissime imbarcazioni da pesca professionale e tutto il prodotto ittico arriverà dall’estero, magari pescato nel Mediterraneo ma da imbarcazioni di stati non europei, che quindi non sono sottoposte alle regole comunitarie”. 

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