23 Dicembre 2024 04:15

23 Dicembre 2024 04:15

Imperia: Massimo Cordeglio racconta il suo viaggio verso l’Ucraina, alla guida del pullman della solidarietà. “Un’esperienza intensa. Abbiamo trovato tanta compostezza e dignità”/Foto e Video

In breve: Un viaggio di 22 ore fino a Medyka, a Est di Cracovia, per consegnare cibo, vestiti e medicinali e raccogliere i profughi da portare in Liguria

Da Imperia fino alla Polonia, al confine con l’Ucraina, per portare generi alimentari e vestiario ai profughi e condurre in Italia chi cerca disperatamente di fuggire dagli orrori della guerra. E’ il viaggio compiuto in autobus da Massimo Cordeglio, tour operator imperiese, che ha raccontato la sua avventura ai microfoni di Imperiapost Tv.

Un viaggio di 22 ore fino a Medyka, a Est di Cracovia, per consegnare cibo, vestiti e medicinali e raccogliere i profughi da portare in Liguria

Racconta Massimo: “Siamo stati contattati da alcuni giovani volenterosi di Genova, fra cui l’amico Matteo Nicolai, che ci ha coinvolti in questa avventura. L’idea iniziale era di portare viveri e medicinali in Polonia al confine con l’Ucraina, ma poi la cosa si è evoluta, perché, attraverso la comunità ucraina di Genova, abbiamo appreso che c’era la possibilità di avere una lista di nomi di persone che hanno appoggi in Liguria, a Ponente e che, quindi, sarebbero venute da noi. Allora abbiamo subito messo a disposizione un pullman. Maurizio e Carla dell’associazione Equalitas di Cisano sul Neva hanno riempito il pullman di vestiario e cibo. Siamo partiti di notte e abbiamo viaggiato per 22 ore, passando per Austria, Repubblica Ceca e Polonia e siamo giunti a Medyka, ad Est di Cracovia, dove c’è un corridoio di transito per i profughi.

Il viaggio è stato impegnativo e i tempi si sono dilatati. Aspettavamo un pullman della Caritas che non arrivava mai e non riuscivamo a radunare le persone, anche perché lì arrivano migliaia di persone, anche a piedi, per varcare il confine e noi abbiamo atteso per 24 ore. Il progetto era di riuscire a portare in Italia una quarantina di persone e ce l’abbiamo fatta. E’ stata un’esperienza intensa. Erano persone stanche, affamate, impaurite e molto provate. Al confine c’è un vero e proprio caos.  Ci sono polizia, croce rossa, giornalisti, volontari e chiunque porta roba. C’è un freddo cane ed è tutto grigio, il cielo, la terra e le persone. Pian piano il pullman si è riempito di gente e abbiamo viaggiato tutta la notte e il giorno successivo, arrivando la notte dopo a Genova.

“Se qualcuno ci aiuta per coprire le spese, siamo pronti a ripartire”

Parlo volentieri di questo, perché ho bisogno di aiuto per rimettere in piedi un progetto analogo e ripartire fra una decina di giorni. Durante il viaggio di ritorno, dopo sei ore di viaggio, ci siamo fermati a Nord di Vienna. Per farvi capire i sentimenti di solidarietà che ci sono ovunque, vi dico che un ristoratore ha visto la bandiera della pace, quelle italiana e la scritta ‘Italia per Ucraina’ e ha dato a tutti da mangiare gratis. Un piatto di minestra e un dolce per quaranta persone. Con noi c’era anche una donna che ha vagato a piedi per giorni interi, con la valigia in mano. Eppure, in quel caos e in quel disordine, abbiamo trovato tanta compostezza e tanta dignità. Nessuno chiede nulla e anzi bisogna conquistare la loro fiducia, perché ci hanno raccontato di persone che danno passaggi e poi chiedono i soldi, altrimenti ti lasciano per strada. 

Io e Ivano Morrone pubblicavamo su Facebook durante il viaggio dei messaggi sulla nostra missione e abbiamo ricevuto una marea di segnalazioni di persone che volevano salire sul nostro pullman. Quindi credo che si possa fare ancora molto. Abbiamo aperto una pagina Facebook che si chiama ‘Persone per le persone’, per cercare di raccogliere fondi, per fare un altro viaggio, almeno per sostenere le spese. La mia società, Riviera Bus, è pronta a rimettere a disposizione il mezzo e a ripartire. Se anche voi ci aiutate e qualcuno ci da’ una mano, noi siamo disponibili”. 

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