Quattro anni e quattro mesi di carcere. Questa la pena massima richiesta dal Pubblico Ministero nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati tre persone, S.A. 60 anni, G.D.N., 53 anni, e D.D.M., 51 anni, accusati di truffa e sostituzione di persona.
Imperia: truffa e sostituzione di persona, chieste tre condanne in Tribunale
Secondo l’accusa, i tre imputati avrebbero raggirato un’intera famiglia, padre, figlia e genero, mettendo in piedi una maxi truffa da oltre 200 mila euro.
Per S.A., 60 anni e G.D.N., 53 anni, il Pubblico Ministero ha chiesto 4 anni e 4 mesi di carcere, mentre per D.D.M., 51 anni, ha chiesto un anno di reclusione.
Il processo, davanti al giudice Francesca Minieri, è stato rinviato al prossimo 9 maggio 2022 per repliche e sentenza.
Secondo quanto ricostruito, i tre imputati (gli indagati erano quattro, ma uno nel frattempo è deceduto) avrebbero, con artifici e raggiri, indotto in errore le vittime, convincendole della bontà di un’operazione finanziaria. Quale? Una transazione internazionale con una banca giapponese che avrebbe dovuto garantire lauti guadagni.
Per riuscire a convincere le vittime della serietà dell’operazione, i tre imputati, difesi dagli avvocati, Luigi Patrone, Anno Bruno e Elena Pezzetta, del foro di Imperia, avrebbero anche vestito i panni di un funzionario della Banca d’Italia e di un Tenente Colonnello della Guardia di Finanza. Nomi veri, ma identità falsa, da qui l’accusa ulteriore di sostituzione di persona.
È stata la stessa famiglia (rappresentata dall’avvocato Simona Costantini), una volta accortasi della truffa, a denunciare alle autorità l’accaduto.