Ha aperto, questo pomeriggio, 18 marzo, in via Argine Destro a Imperia, il “Magazzino Ukraino”, un negozio solidale, nei locali messi a disposizione da Roberto Saltelli, dove i profughi ucraini potranno trovare, grazie alla generosità degli imperiesi, generi alimentari, vestiti, scarpe, coperte, giochi per bambini. Si tratta di un’iniziativa del comitato di accoglienza che ha come principale portavoce Matteo Lodi.
Ed è proprio Lodi, ai microfoni dei cronisti presenti, a lanciare un appello perché vengano messi a disposizione alloggi o stanze per i profughi ucraini in fuga da una guerra che sembra, purtroppo, destinata a proseguire ancora a lungo.
All’interno del magazzino tanti volontari, come Carolina Retta, che ha allestito il magazzino, e Lucja, giovane profuga ospitata a Diano Castello.
Per aiutare concretamente il comitato di accoglienza è attivo l’iban IT87 H06 1751 0501 00000 1208 280 intestato all’associazione Arci Il Campo delle Fragole, con la causale “aiuti profughi im”.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare il numero di telefono 335-6262838.
Matteo Olmo
“Abbiamo creato una bella rete di cittadini semplici per aiutare chi è sotto le bombe. Il nostro appello principale è scrivere su whatsapp al nostro numero 335-6262838 per dare la disponibilità di una stanza oppure una casa che rimane sfitta. Non per tanto tempo, anche solo una settimana, un mese, due mesi, fino a fine maggio, prima della stagione. Perché in questo modo riusciamo a far venire qui le persone e le togliamo da problemi enormi che neanche immaginiamo.
Una volta qua, quando la disponibilità dovesse finire abbiamo altre case a staffetta per proseguire. Per noi l’importanza della stampa è la comunicazione con la cittadinanza che, ad oggi, ha già messo a disposizione 20 abitazioni. Oltre a ringraziare i cittadini ringraziamo anche le ditte, come Carli, Arimondo, Conad. L’obiettivo è ospitare il maggior numero di persone possibile in attesa che gli enti pubblici siano pronti.
Ad esempio sono in partenza sei pullman da Modena. Vanno al confine con la Polonia e rienteranno in Italia. Ci hanno chiesto disponibilità di posti perché hanno capito che questo sistema di rete di privati funziona e vogliono applicarlo anche a Modena. Nel frattempo c’è bisogno di qualche casa in più, di qualche cittadino che abbia il cuore e la fiducia di ospitare persone veramente affidabili. Sono donne di ottima cultura, etica e umana, che vogliono rendersi di aiuto a chi le ospita. Nessuno di coloro che le ha ospitate ha avuto nessun problema.
La nostra richiesta è case o stanze. Poi i volontari, per trasportare le persone verso le farmacie, al Palasalute, per aiutare nelle pratiche burocratiche, giocare con i bambini, fargli fare sport. Maestre che possano far fare i compiti, insegnare l’italiano. Stiamo creando una rete che possa aiutare sotto tutti i punti di vista”.
Carolina Retta
“Avevamo bisogno di uno spazio dove poter ricevere le donazioni, abiti, cibo, e poi ridistribuirlo alle ragazze ucraine arrivate domenica scorsa in pullman. Uno dei nostri collaboratori ci ha offerto l’uso di un magazzino in via Argine Destro che ho cercato di allestire più come una boutique che come un magazzino per non ricordare le notti insonni sotto i boati delle bombe. L’abbiamo reso carino, con i tappeti, qualcosa da bere, per poter fare un pò di shopping therapy con le ragazze ucraine. Con quelle che parlano inglese si chiacchera, si provano gli abiti, abbiamo anche fatto una sorta di camerino. Un momento di distrazione anche per loro. Sono tutte donne e bambini, solo un uomo, che ha potuto lasciare il Paese in quanto responsabile di una famiglia numerosa, cinque persone, con tre bambini.
I bambini non sono mai troppo piccoli, perché chi ha neonati resta in Polonia, in Romania. Chi invece ha ragazzini è in grado anche di affrontare viaggi più lunghi, come quello per raggiungere Imperia.
Per chi volesse partecipare a questa raccolta solidale può contattare il nostro referente Matteo Lodi”.
Lucja, profuga in fuga dall’Ucraina
“Arrivo da Kiev, dall’Ucraina. Sono partita il 4 marzo e sono arrivata in Italia 4 giorni fa. Ho viaggiato in treno, in piedi perché tutti i posti erano occupati, per 16 ore per arrivare alla frontiera. Iniziavano a sentirsi le prime sirene di guerra, non era sicuro rimanere lì. Ricordo il giorno in cui è iniziata la guerra, quando ho visto le chiamate di mia madre, le notizie della televisione. Ci siamo chiusi in un bunker dove abbiamo anche dormito.
Ho attraversato la frontiera con la Slovacchia e dalla Slovacchia sono arrivata in Italia. Mia madre ha 70 anni ed è rimasta in Ucraina, al confine. Se iniziano a sparare e a bombardare in un’ora potrà raggiungere la frontiera. Vuole che finisca la guerra, vuole tornare a Kiev. In Italia sono stata accolta molto bene, mi sento tranquilla. Gli italiani sono molto amichevoli, qui mi sento a casa”.