8 Novembre 2024 08:27

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8 Novembre 2024 08:27

No green pass day: il prof. Davide Tutino ospite a Sanremo per la manifestazione. “È in atto la robotizzazione dell’uomo. Senza pass non sei più un essere umano per decreto” / Foto e video

In breve: Tra gli ospiti anche Davide Tutino, professore di filosofia che negli scorsi mesi ha scioperato contro l'obbligo di green pass e vaccino imposti dal Governo

Si è svolto ieri, sabato 19 marzo, il quarto incontro “No green pass day” organizzato da “Rivoluzione Etica” e “No green pass Imperia” in piazzale Pian di Nave a Sanremo.

Tra gli ospiti anche Davide Tutino, professore di filosofia che negli scorsi mesi ha scioperato contro l’obbligo di green pass e vaccino imposti dal Governo, diventato un punto di riferimento degli attivisti che contestano le norme anti Covid.

L’intervento di Davide Tutino

“Sono travolto da quello che sta accadendo. C’è la licenza di odiare data dagli oligarchi occidentali, dicendo ‘adesso potete odiare russi’, ‘adesso potete dare chi non da il proprio corpo allo Stato’. Oggi il potere è esattamente quella cornice dentro cui è lecito pensare e al di fuori della quale non è lecito non solo pensare ma neppure domandare. Oggi è lecito pensare nella cornice ‘odia i russi’, ‘chi non dà il suo corpo alla sperimentazione farmacologica’. ‘chi non fa domande’. Che cos’è l’essere umano? Ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale che comporta ciò che sarà il destino dell’umanità: se potrà essere ancora composta di esseri che domanda, che si interrogano l’uni degli altri, che si guardano non attraverso tutte le risposte già fornite dal padrone. Oggi il padrone fornisce tutte le risposte, quelle da odiare, quelle da amare, quelle che non sono da vedere.

Attraverso alcune parole tipo ‘complottista’ si crea una cornice al di fuori della quale le cose non esistono. Chi mette il piede fuori da quella cornice non deve esistere nella società. Allora chi siamo noi? Perchè siamo arrivati impreparati tutti a questo appuntamento dell’odio. Perchè? Perchè siamo uomini. Siamo una domanda. Se non poniamo più domande siamo dei robot. Questa è la destinazione verso cui stiamo andando. Non voglio dire che ci sia un disegno per rendere tutti gli uomnini dei robot, io voglio dire che già ci siamo. Questa la chiamo ‘robotizzazione’: ovvero così come nell’orribile procedura chirurgica in cui si intendeva strappare via la diversità dall’uomo attraverso l’espulsione dal suo cervello di una piccola parte, venendo lobotomizzati. Poi conducevano una vita irreale e non riuscivano più a reagire. Oggi abbiamo questa lobotomizzati data da tutte queste informazioni che dicono essere l’unica verità possibile, e una robotizzazione che è data dal fatto che oggi il dissenso, ogni forma di diversità viene resa possibile dalla meccanizzazione delle procedure attraverso cui accediamo alla vita sociale. Abbiamo bisogno di un cip, un qr code, per cui la persona che abbiamo davanti non ci vede, ma vede un green pass. Un uomo non è un uomo senza green pass? Cosa vedi in me se non posso prendere un caffè? Non sei un uomo senza un green pass per decreto.

Il problema non è che il green pass è un codice, ma il fatto che io non sono un codice. Quello che stiamo dimenticando è che la tecnica è fatto per l’uomo, non l’uomo è fatto per la tecnica. Siamo divenuti e diveniamo sempre più ogni giorno schiavi di ciò che abbiamo prodotti e prodotti di ciò che abbiamo prodotto. Questo fa in modo che la società tecnica non ha più bisogno dell’uomo, perchè non ci sarà più bisogno di una domanda.

Oggi all’appello mancano tanti di noi, alcuni medici che non ci sono più, alcuni compagni di viaggio, alcuni che non ci sono più perchè ‘senza nessuna correlazione’ si sono spenti. Mancano all’appello anche tanti bambini che da tanti anni ‘senza nessuna correlazione’ non arrivano a diventare grandi”. 

Matteo Miniaci

Matteo Miniaci è stato intervistato da uno degli attivisti presenti alla manifestazione.

“Ci hanno raccontato parecchie bugie. Oggi è stata una bellissima giornata nonostante le bugie e i racconti che ci vogliono imporre. È bello che ci sia un contenitore come il movimento ‘no green pass Imperia’, per me è un onore poter fare la mia parte per tenere accesa la fiamma della resistenza. Sono convito che molte persone non vengono ma in silenzio ci osservano e applaudono. La nostra presenza è importante anche per tutti quelli che hanno bisogno del nostro coraggio per guardare il futuro.

Hanno mostrato anche l’immagine di un videogioco facendolo passare come un bombardamento. Se la cantano e se la suonano tra di loro. Nei programmi viene servita l’occasione per difendersi per minimizzare il fatto spostando l’attenzione su altro. Se ci fossero interlocutori seri qualcuno ne uscirebbe con le ossa rotta. Noi possiamo scegliere di non ascoltarli e di seguire le realtà indipendenti che sono definite complottiste ma che stanno dimostrando di dire con anni di anticipo quello che le persone vedono. 

A noi ci stanno facendo guardare un centimetro alla volta mentre loro hanno una visione d’insieme ampia, sanno dove si vuole arrivare. Abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a distruggere questo racconto perchè il prezzo è la disumanizzazione e l’avvelenamento della società

Stiamo riscoprendo una comunità che mette al centro valori diversi. Non siamo solo pezzi di carne, macchine da riparare. Siamo persone e vogliamo creare valore. Questa forma di resistenza dà soddisfazione, il prezzo è alto e la pistola puntata è sempre presente. La diffamazione non manca mai, ma c’è qualcosa che ci permette di attingere dalla forza inesauribile dentro di noi”.

Alice Capaccio

Alice Capaccio è stata intervistata da uno degli attivisti presenti.

“Sono stupita da quanto affetto ho ricevuto in questi giorni. È stato un regalo. Pensavo di essere molto più sola, invece ho scoperto che non è così. La situazione è tragica ma un po’ di speranza c’è. Ci sono stati abbracci, questo vince su tutto.

Il futuro? La discriminazione del green pass ha toccato ogni ambito. È ridicolo che uno studente senza green pass possa avere le stesse possibilità di uno che ce l’ha. Un ragazzo che sta cercando di costruirsi il proprio futuro deve pagarsi 15 euro di tampone ogni due giorni. Per il lavoro, il colmo si è toccato con l’obbligo vaccinale per gli over 50. È ridicolo. 

Ci siamo resi conto di quello che sta succedendo e restiamo coscienti. Sono sicura che scendere in piazza e il dialogo siano l’unico modo per trovare una soluzione. È già un venirsi incontro.

Perchè sono così felice adesso? Scopro che c’è dell’altro. Questa è una ricompensa sufficiente. Non rinuncerei a niente, sono una disobbediente. Ho la capacità di vedere l’inganno”.

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