23 Novembre 2024 13:04

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23 Novembre 2024 13:04

“Guernica”: la versione dell’illustratrice imperiese Laura Floris. “Dalla pandemia alla guerra, ho voluto ricreare un’immagine che descrivesse tutto quello che stiamo vivendo”

In breve: Tra i dettagli si possono notare le particelle del Coronavirus, le mascherine, il vaccino, poi i segni della quarantena, la disperazione della guerra.

“Ho voluto ricreare la mia versione e riportarla ai giorni nostri, descrivendo ciò che stiamo vivendo in questo periodo storico”. Così l’illustratrice imperiese, da anni in Spagna, Laura Floris, descrive la sua ultima opera: la reinterpretazione del capolavoro di Picasso “Guernica”, attraverso la rappresentazione delle sfide che contraddistinguono l’epoca che stiamo vivendo. 

Tra i dettagli si possono notare le particelle del Coronavirus, le mascherine, il vaccino, poi i segni della quarantena, la disperazione della guerra, le bandiere dell’Ucraina e della Russia, il volto di Putin, le bombe sganciate dagli aerei, la minaccia nucleare e molto altro.

“Guernica”: la versione dell’illustratrice imperiese Laura Floris

“Il 2021 ha lasciato immagini ed eventi storici come l’eruzione del vulcano dell’isola spagnola La Palma, le conseguenze sulla salute mentale a forza di stare isolati con le innumerevoli quarantene, il Covid-19, adesso la guerra della Russia contro l’Ucraina, il rischio di le armi chimiche, l’aumento di luce e gas.

Sembra che tutto questo non abbia una fine, pensavamo che pian piano dopo esserci liberati del covid, avremmo potuto ricominciare a vivere di nuovo spensierati, ma questo 2022 non è iniziato nei migliori dei modi. 

Era da un po’ che pensavo in ricreare un’illustrazione che descrivesse in un solo foglio tutto quello che ci sta circondando, che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo.

Volevo farlo in una maniera originale e che il pubblico potesse rimanere incantato osservando i dettagli e sentendosi parte del disegno.

Amo Picasso, è uno dei miei artisti preferiti, e il “Guernica” che si trova a Madrid (dove attualmente vivo) nel museo “Reina Sofia”. Quest’opera l’ho vista già ben 3 volte e non mi stancherò mai di andare a vederla.

Proprio per la storia drammatica che racconta, ho voluto ricreare la mia versione e riportarla ai giorni nostri, con la mia firma”.

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