IMPERIA – Un quadro desolante quello presentato stamane in Camera di Commercio dal responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Liguria Bruno Spagnoletti. La provincia di Imperia appare minata dalla crisi in tutta la sua struttura economica e sembra che il trend non vada migliorando, anzi.
“La Liguria e la con essa la provincia di Imperia è economicamente più a sud del sud – ha commentato il presidente della Camera di Commercio Franco Amadeo -. Il dato più allarmante è quello della disoccupazione, della perdita di posti di lavoro che ormai sono tantissimi. Abbiamo pochi dati confortanti, quello sull’agroalimentare e su un turismo che ‘tiene’, soprattutto per quanto riguarda la presenza degli stranieri. dato che viene però smorzato dalla diminuzione di italiani sul nostro territorio”
Ma vediamo nel dettaglio gli aspetti affrontati da Spagnoletti insieme a Fulvio Fellegara, segretario organizzativo Cgil Imperia, e al presidente della Camera di Commercio Franco Amadeo.
IL CICLO DELLA CRISI
Negli ultimi 31 anni Imperia decresce del 4% rispetto all’11% della Liguria e alla crescita del 5% della media italiana. Tre le fasi da evidenziare: 1982-2001 caduta dei residenti a -7,8%; 2001-2007 ripresa (flusso migranti) 3,7%; ciclo crisi stagnazione 0,4%. Il cambio di trend indotto dalla recessione ha implementato due fenomeni, l’emigrazione dei giovani e il moderato rellentamento dei flussi in entrata dei migranti, sebbene il numero degli stranieri regolari continua a crescere anche nella crisi in controtendenza con la media regionale.
GELATA ECONOMICA E RECESSIONE – 2013
Rispetto al profondo rosso del 2012 non vi è stata alcuna ripresa. La performance di Imperia e della Liguria è addirittura più critica della media del Paese, sono aumentate le diseguaglianze sociali e c’è stata una drastica contrazione dell’occupazione.
Per quanto riguarda il Pil, Imperia e la Liguria entrano in ritardo nella recessione, ma non colgono nemmeno la mini ripresa del 2010-2011 e arrivano a collassare negli ultimi due anni con un pil del -4,5% (2012) e -2,5% (2013).
LA DECRESCITA
La descescita di Imperia nel ciclo della crisi è superiore di 3,7 punti rispetto alla Liguria e all’Italia, la perdita di valore aggiunto nel periodo è di oltre 578 milioni di euro. Il primo semestre 2014 ha consuntivato una crescita tendente allo zero, una nanocrescita!
LE TRASFORMAZIONI STRUTTURALI INDOTTE DALLA CRISI
Forte contrazione dell’agricoltura (-11,5%), collasso della manifattura (-26,7%) e dell’edilizia (-23,1%), marcia indietro anche per servizi e terziario (-2,5%).
Le imprese attive nel quinquennio 2008-2013 si sono contratte del 7,5% passando da 24.370 unità a 22.539., le imprese artigiane -10,5%. L’anno di svolta è stato il 2013, un anno nero in cui su 26.420 imprese registrate, ben 3.881 risultano inattive o in scioglimento.
Ricordiamo che il 39,3% delle imprese agricole liguri continua ad essere collocato a Imperia, e questo settore da’ lavoro all’8,6% degli occupati. Le imprese agricole attive nella nostra provincia nel 2013 sono 4.324.
Al netto del dramma dell’Agnesi, sembra reggere pur tra difficoltà il comparto manifatturiero, in particolare danno segnali di vivacità le nuove filiere delle produzioni collaterali all’olio del settore agroalimentare che hanno saputo innovare e puntare sull’export (vedi l’area della statale 28).
L’edilizia è invece a livelli tragici. Le imprese iscritte alla cassa edile in due anni sono diminuite di 230 unità e la manodopera operaia di oltre 800 unità. Il 2013 ha rappresentato il punto più alto della crisi. L’utilizzo massivo del territorio non è più un orizzonte strategico credibile per la ripresa di un comparto che richiede un riposizionamento e una vera riconversione sulle nuove frontiere del recupero dell’esistente e delle nuove tecnologie green.
Servizi e terziario rappresentano il 53% dell’universo delle imprese. Come anticipato, reggono i flussi turistici degli stranieri, ma gli alberghi hanno esteso i periodo di chiusura e aumentato il tasso di stagionalità.
LE RICADUTE DELLA CRISI SULLE FAMIGLIE
Il reddito delle famiglie negli ultimi 5 anni si è ridotto del 8,4%, in termini di reddito medio Imperia si colloca sul terzo gradino del podio in Liguria, registrando comunque un reddito medio superiore alla media italiana. Peccato che le sue variazioni in negativo siano le peggiori dello stivale.
Maglia nera per la Liguria nella mappa delle provincie più povere in relazione al salario più basso. Nello specifico, Imperia si colloca al terzo posto, dietro Savona e Roma in quanto a città con più basso potere d’acquisto.
L’indice di povertà relativa è passato nel ciclo della crisi da 3,1% a 10,2% con un aumento di oltre 7 punti. Le famiglie in condizione di povertà relativa sono passate da 3.327 del 2008 a 10.733 nel 2013 con una variazione del 233%. Percentuali preoccupanti soprattutto per il futuro sono quelle relative a coloro che vivono in famiglie prive di reddito o di pensione: quasi raddoppiate negli ultimi 5 anni.
L’OCCUPAZIONE
L’occupazione registra un meno 10,2%. I disoccupati nella nostra provincia sono 17 mila, con un tasso di disoccupazione reale del 16,9%.
IL VIDEO DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE FRANCO AMADEO
Daria Chieppa