“Dobbiamo far capire che da noi costruitre costa molto di più che dalle altre parti, ma siccome costa di più non è che non si deve fare”. Lo ha dichiarato Claudio Scajola, Sindaco di Imperia e presidente della Provincia, nel corso dell’incontro tenutosi presso l’Unione Industriali di Savona sulle Aurelia Bis, compresa quella di Imperia che sarà terminata, come annunciato dal Commissario Matteo Castiglioni, nel 2026.
Imperia: Aurelia Bis, l’intervento di Scajola all’Unione Industriali di Savona
Scajola non si è soffermato solo sull’Aurelia Bis, ma ha fatto riferimento alle problematiche viarie dell’intera Liguria.
“Bisogna ricordare la Gronda di Genova,finanziata nel 1991 – ha esordito Scajola – Alla fine è rimasta sulla carta e poi ce ne siamo inventati una lontanissima che costa molto di più. Il nodo ferroviario di Genova è stato finanziato dal Cipe nel 2001,20 anni fa. A forza di farci del male da soli siamo ancora fermi. Dobbiamo far comprendere che non possiamo distribuire le risorse sulla popolazione, ma sulla difficoltà dei territori.
E’ evidente che se il nostro bravo Commissario dovesse costruire questi 30 km in Pianura Padana costerebbero un ventesimo di quello che costano. Noi dobbiamo fare una battaglia tutti insieme. Voi direte, cosa hai fatto tu quando c’eri? Io ho provato a fare quello che potevo e qualcosa a casa ho portato, poi però forse ci siamo un pò fermati, parecchio fermati. Dobbiamo far capire che da noi costruitre costa molto di più che dalle altre parti, ma siccome costa di più non è che non si deve fare.
Noi diamo come Liguria un valore aggiunto all’economia nazionale che è molto superiore al dato della popolazione che abbiamo. Sulla nostra autostrada il 30% del trasporto su gomma di merci è dato da mezzi che non spendono un euro in Liguria. Transitano per comodità, perché costa di più il Traforo del Monte Bianco, ci occupano il 30% del traffico, non ci danno nulla se non il pedaggio autostradale e impediscono al nostro commercio e al nostro turismo di muoversi.
Tutte queste cose io sono certo che sono fatte presenti in questa fase,, dalla Regione, dai nostri Parlamentari. Forse i nostri Parlamentari dovrebbero portare avanti qualche iniziativa più coraggiosa per far cogliere queste essenze di veri problemi.
Noi abbiamo una carenza infrastrutturale. Non dobbiamo gareggiare tra territori, da qualche parte gli interventi costeranno di più, da qualche altra parte meno. Dobbiamo poter andare da Luni a Ventimiglia con un traffico possibile sia per le merci che per il turismo. Il turismo dà un Pil molto alto a questo territorio e ne possiamo recepire molto di più rispetto ad altre regioni d’Italia. Dobbiamo avere la possibilità di attirare con percorsi ragionevoli. Oggi è impossibile raggiungere i nostri territori.
Noi oggi parliamo di Aurelia Bis e dobbiamo darla per scontata tutti, deve partire da Ventimiglia e arrivare a La Spezia. Siamo un pò riusciti tra tutti, fino a 10-12 anni fa, a realizzarne dei pezzi. Nell’ultimo periodo, invece, non si è più riusciti ad aprire un cantiere pubblico.
Dobbiamo fare la grande arteria, viste le condizioni della nostra autostrada. Autostrada che è interessata da lavori che sono necessari, per carità. Ma sono figli del periodo della paura e dello sciopero bianco di tutti i nostri amministratori e dirigenti. Siccome forse potrebbe cadere io non mi assumo la responsabilità di dire che questo lavoro si potrebbe fare l’anno prossimo o tra due anni. E’ figlio, colpa nostra, di una mentalità spaventosa dove nessuno si assume più le responsabilità e in effetti quando qualcuno se l’è prese le ha anche dovute pagare.
Ma anche quando saranno terminati i lavori sull’autostrada sarà comunque insufficiente. E quindi avremo bisogno, e continuo a ripeterlo, dell’Albenga-Carcare-Predosa che ci serve per tutto questo territorio alle spalle del savonese, come zona di industria che ha bisogno di rivivere, e per attirare, intersecando la Torino-Savona e la Voltri-Alessandria tutto questo grande potenziale che deve contrinbuire ad aumentare il nostro Pil.
A me non interessa tanto sapere quando finiscono le opere, ma quando iniziano”.