Sono sempre di più gli imperiesi in difficoltà. Nella maggior parte dei casi si tratta di cittadini over 50, che hanno perso il lavoro per la crisi pandemica, peggiorata ora dalla guerra in Ucraiana e che non riescono più a trovare una fonte di reddito per mantenere la famiglia. Il grido di allarme in questo senso arriva dall’Associazione Società di San Vincenzo De Paoli, che da oltre cento anni a Imperia si occupa di carità ed assistenza ai bisognosi.
“La panacea sarebbe il lavoro, non l’assistenzialismo, ma lavoro non se ne trova”
Spiega Massimo Solaini, presidente della Società di San Vincenzo: “Sono sempre di più gli imperiesi che si rivolgono a noi perché la situazione contingente sta causando sempre più difficoltà nelle famiglie e nelle persone per andare avanti. Si stanno riversando sulle associazioni e sulla nostra in particolare per il pagamento di bollette e canoni di affitto, cui non riescono più a far fronte.
Il motivo principale è l’assenza di lavoro, anche da parte di chi più o me riusciva ad arrangiarsi. Si tratta di perdita di posti di lavoro e mancanza di lavori meno stabili, che ha portato a non sapere più come far fronte alle spese. Manca proprio la borsa della spesa nelle case. Prima per la pandemia e ora per la guerra. Ci sono persone che hanno perso il lavoro a 50 anni e non ne trovano altri e poi alcuni ragazzi che percepiscono i reddito di cittadinanza e non riescono a trovare nessun impiego per vivere in modo dignitoso.
La panacea per la soluzione di tutti questi problemi ritengo sia il lavoro. Non si può vivere di assistenzialismo, pacchi alimentari o redditi di cittadinanza. L’unica soluzione è il lavoro, ma mancando quello la situazione è questa. La San Vincenzo opera a Imperia dal 1852 con continuità, senza mai aver interrotto la sua opera, con l’autotassazione e con raccolte per far fronte a tutte queste richieste di aiuto. Diventa sempre più difficile esaudire le necessità di tutti“.