Radicali Italiani in piazza contro la guerra sabato e domenica a Imperia. Il GRAF, Gruppo Radicale Adele Faccio, ha allestito un banchetto di conoscenza e raccolta firme in via San Giovanni per chiedere che Putin venga incriminato davanti alla Corte Penale Internazionale per l’invasione dell’Ucraina.
Imperia: Radicali in piazza contro la guerra, parla Gian Piero Buscaglia
A presidiare il banchetto dei Radicali Gian Piero Buscaglia. Lo abbiamo intervistato.
“La Corte penale internazionale si era già mossa per Slobodan Milosevic. Purtroppo una volta non c’era, ora c’è, dunque tanto vale adoperare questo strumento, che non sarà certamente decisivo, ma ha un valore non violento e simbolico, in quanto isola di fronte all’opinione pubblica mondiale l’aggressore.
L’evidenza, non il riflesso pavloviano, non l’ideologia anti Nato, ci dice che c’è un aggressore e c’è un aggredito. Quelli che li mettono sullo stesso piano non si rendono conto che è come vedere un tipo grosso che aggredisce uno mingherlino e anziché andare a convincere dall’aggressore andare da chi subisce per dirgli ‘arrenditi, così la facciamo finita’. E’ una cosa paradossale.
C’è chi si preoccupa soltanto della bolletta del gas, ma noi abbiamo una guerra in corso e addirittura il rischio potenziale di una guerra atomica e ragionare nell’ottica bottegaia della bolletta del gas non mi sembra la soluzione adeguata. E’ colpa di coloro che non hanno tenuto conto che legarsi mani e piedi al gas russo significava vanificare le future possibili sanzioni. D’altra parte, o fai le sanzioni, o fai la guerra.
Pacifisti? I pacifisti che Marco Pannella chiamava ‘pacifinti’ sono quelli che pretendono l’equidistanza, il neutralismo. Invece qui c’è un aggressore e un aggredito, noi celebriamo la nostra resistenza il 25 aprile, con grande sfoggio di retorica, perché non dovremmo rispettare la resistenza altrui? Quella del popolo ucraino è resistenza. C’è qualcuno che dice che qui ci sono degli eserciti, mentre all’epoca della nostra resistenza no. Come no, c’era l’esercito tedesco e c’erano gli alleati. E c’era l’esercito italiano, disfatto, ma c’era. Quella era resistenza, questa è resistenza.
Scajola e Rixi? Guardano il dossier dei Radicali su Putin, in cui si parla di Putin e di tutti i giornalisti uccisi nella Russia, la più famosa è Anna Politkovskaja, uccisa nel giorno del compleanno di Putin, dopo un tentativo di avvelenamento, è saltato fuori un riferimento ad associazioni che favorivano la propaganda russa in Occidente. Ad esempio Piemonte Russia, Lombardia Russia. Ho trovato anche Liguria Russia, all’interno della quale c’era Savoini, quello dei finanziamenti alla Lega, e appunto Edoardo Rixi.
Ci sono poi un sacco di Onorificenze date da Mattarella, su suggerimento del Ministro degli Esteri Di Maio, ai tempi di Conte, a sodali di Putin, ai Generali, non ultimo quello che recentemente ha minacciato l’Italia, Paramonov. Poi ci sono Onorificenze consegnate dai russi agli italiani, ad esempio il nostro Sindaco, Claudio Scajola, l’ha avuta quando era Ministro delle Attività Produttive, in occasione di un accordo Eni-Gazprom. Ora, è chiaro che tra autorità e cariche politiche ci sono sempre dei convenevoli, però qui si è andato molto oltre.
Putin era un grande amico di Berlusconi. Salvini non aveva soltano la t-shirt con Putin, ma era uno che andava sulla piazza rossa di Mosca e diceva ‘qui c’è pulizia’. Si andava ben oltre l’ammirazione. Un esempio che va oltre la politica. Prendiamo l’ultimo 007, Daniel Craig, si dice che somigli a Putin perché Putin uomo forte, deciso, con gli attributi. C’era tutta un’ammirazione verso Putin, dimenticandosi che il delitto di Anna Politkovskaja è del 2006, l’invasione della Crimea del 2014. Sono anni che Putin si è rivelato per quello che è”.