“Mi ricordo a 7 anni di una cena con i parenti in Sardegna. Mi sono messo a raccontare barzellette e tutti ridevano. Non so se ridevano di me o con me, ma da li mi è partita la scintilla“. Queste le parole ai microfoni di ImperiaPost di Max Angioni, uno dei nuovi e più amati volti del panorama comico italiano, dopo il successo a Italia’s Got Talent, fino a Zelig, Le Iene e la “consacrazione” con la partecipazione a LOL2, a poche ore dalla partenza del suo primo tour nazionale.
Proprio a Imperia, infatti, al Cinema Centrale, è in programma questa sera la “data zero” del suo “MiracolaTour”. L’evento, che è andato sold out in poche ore, è organizzato dal Comune di Imperia, con la collaborazione del CIV di Porto Maurizio, la direzione artistica di Eugenio Ripepi e Matteo Monforte e la partnership di Coop.
ImperiaPost lo ha incontrato al termine delle prove per conoscere i retroscena della sua incredibile – o come dice lui, miracolata, ma secondo noi meritatissima – ascesa nel mondo dello spettacolo nell’ultimo anno.
Max Angioni a Imperia: l’intervista di ImperiaPost
La data zero a Imperia, emozionato?
“Emozionato? Si, ma il termine tecnico è sbattimento, è la prima volta che faccio un tour così lungo. Questa è la prima, Imperia mi farà capire tantissime cose”.
Il tour si chiama “Miracolato” per tutte le esperienze di quest’anno?
“Si, forse troppe. Questo spettacolo rappresenta un po’ l’aura che c’è intorno a queste vicissitudini che si sono susseguite, tra Zelig, LoL, Italia’s Got Talent, Le Iene, Lui è peggio di me. Un sacco di esperienze. Ironicamente volevo chiamarlo miracolato”.
Miracolato anche perché sei riuscito ad arrivare a Imperia nonostante i cantieri?
“So che ad un certo punto c’è una deviazione che fa uscire dall’autostrada, poi dritti su una corsia. Farlo con a fianco il mare è spettacolare, fantastico, ho rallentato, ho fatto io la coda”.
Hai detto che già a 7 anni avevi il sogno di fare il comico da grande, da cosa è nata la scintilla?
“Credo che sia un mix tra problemi di stare al centro dell’attenzione, problemi psicologici, voglia di attirare l’attenzione, solitudine. Tutte cose positive diciamo.
Mi ricordo a 7 anni di una cena con i parenti in Sardegna. Mi sono messo a raccontare barzellette e tutti ridevano. Non so se ridevano di me o con me, e da li mi è partita la scintilla”.
Cosa consiglieresti a un bambino che ha il tuo stesso sogno?
“Di scrivere subito, iniziare subito. Per tanto tempo ho rimandato, non ci ho creduto. Se è proprio il suo sogno allora gli consiglio di andare dritto”.
Come ti sembra la città di Imperia?
“È bellissima. Mi hanno spiegato che ci sono un sacco di nomi e famiglie particolare, il fiume che divideva due parti, il duce che le ha unite. Un sacco di storia. Sono rimasto affascinato dal promontorio, bellissimo. Certo che uno in un’intervista non è che dice ‘ragazzi questa città fa schifo’, ma davvero sono rimasto molto colpito, molto bella”.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Fare bene lo spettacolo di questa sera. Un passettino alla volta, già finire bene queste interviste sarebbe fantastico”.
C’è qualcuno a cui dedichi questo spettacolo?
“A tante persone, a Ester, abbiamo creato insieme tutto questo. Lo dedico a mio nonno, che non può essere qui perchè è a Como. Lontanissimo”.