Il senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit, ha compiuto ieri un tour in Liguria, con tappe ad Albisola, Vado Ligure e quindi a Imperia. In un intervista esclusiva alla redazione di Imperiapost Tv il senatore Paragone ha affrontato diversi temi di portata locale e nazionale. Dalla polemica sul green pass alla guerra in Ucraina, passando dalle vicende legate al sindaco di Imperia Claudio Scajola e ai rincari di energia e carburanti.
Il green pass serve a coprire le storture, come le mascherine farlocche di Arcuri”
Spiega il senatore Paragone: “Il viaggio in autostrada oggi è andato bene perché essendoci brutto tempo non c’è stato l’esodo con conseguente traffico. Il green pass resta di fatto e loro stanno cercando una campagna mediatica per attenuarne l’impatto sociale. Poi anche dal primo maggio, quando lo toglieranno, il green pass resterà, perché il meccanismo resta in piedi e rischia di portare a una sorta di identità digitale, a una ‘cinesizzazione’ della società, con un controllo totale. L’inganno di fondo è quello di sostituire la nostra identità con un codice. Oggi sei in possesso di diritti perché hai un codice valido e domani potresti non averne, perché magari non hai pagato una multa. Faccio un esempio. Oggi il green pass è come un semaforo. Loro dicono togliamo il green pass e il semaforo smette di funzionare e lampeggia, pronto a tornare a essere pienamente operativo, quando la situazione serve. E questo serve a molti di loro, per coprire le storture che hanno fatto come le mascherine un po’ farlocche di Arcuri. Oggi le veniamo a scoprire, ma io ho fatto un’interrogazione a cui nessuno ha dato risposta. Oggi ci pensano i magistrati e ancora una volta la magistratura dovrà risolvere quello che non ha fatto la politica“.
“Scajola sindaco? Necessario far maturare la democrazia”
In merito al sindaco Claudio Scajola, condannato in Primo grado per aver favorito la latitanza di un condannato per concorso esterna in associazione mafiosa, il senatore Paragone dice: “E’ vero che i cittadini quando eleggono un sindaco, è una scelta democratica e nessuno li ha obbligati a votare per Claudio Scajola, ma forse non gli è stata data un’altra offerta valida, oppure non è stato creato un ambiente sociale che potesse consentire scelte diverse. Il tema non è un capo di accusa, ma il contesto generale in cui dovremmo far maturare la democrazia”.
“Sui vaccini non ci stanno raccontando tutta la verità”
Sulla possibilità di una quarta dose per i vaccini, Paragone sottolinea: “Per i vaccini si parla già di quarta dose. Io penso che andranno verso quella soluzione, magari non erga omnes, ma verso una platea larga di soggetti fragili o a rischio, ma non ci stanno raccontando tutta la verità sui vaccini. Non si capisce neanche se questi vaccini possano o no essere efficaci con le nuove varianti. Proprio su quel numero di persone che hanno accettato di sottoporsi alla vaccinazione io penso che troveranno la maggiore resistenza. Io non ho fatto neanche la prima dose e sono un loro nemico, ma troveranno nuovi nemici fra coloro che, avendo dato fiducia allo Stato, al Governo e a Draghi, ora si ribelleranno”.
Paragone ribadisce la contrarietà all’invio di armi in Ucraina
Gianluigi Paragone prosegue affrontando il tema della guerra in Ucraina e della fornitura di armi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dice: “Io ho votato no all’invio di armi, perché non credo che un processo di mediazione si possa costruire se tu dai delle armi a una delle parti. In aula ho detto che siamo di fronte a un palese controsenso o a una palese ipocrisia da parte del Governo. Il Governo italiano paga ogni giorno una cifra importante come contro prestazione per il gas che ci da’ la Putin e con questi soldi finanzia anche la guerra e dall’altra parte diamo i soldi per combattere contro di lui. La coerenza direbbe che non accettiamo più il gas russo, ma non lo possiamo fare. Per decenni abbiamo fatto affari con Putin e quindi l’ipocrisia è massima. Si tratta di essere minimamente seri, se vuoi essere ritenuto credibile in una fase di mediazione. Non esiste la pace assoluta. E’ un concetto filosofico, religioso e metapolitico. La pace che si vuole costruire in un contesto di guerra aperta è una mediazione, quindi una pace possibile. Nella mediazione se tu pensi di cacciare il dito nell’occhio anche al cosiddetto cattivo della storia sbagli. Anche Putin dovrà uscire con una soddisfazione negoziale, perché altrimenti devi sconfiggerlo militarmente. Se qualcuno ha in testa di trascinare questa situazione fino a una sconfitta politica e miliare allora se ne deve prendere le responsabilità. Zelensky ha il sacrosanto diritto di difendersi, ma la sua predicazione, se noi l’ascoltassimo, ci porterebbe diritti alla Terza guerra mondiale in Europa”.
“Aumenti di benzina ed energia non dipendono dalla guerra, ma da speculazioni”
Prosegue il leader di Italexit: Il caro benzina e il caro energia non dipendono da dinamiche di guerra, ma sono dinamiche speculative e mi sorprende che il ministro se ne accorga solo adesso. Avrebbe potuto chiedere al Presidente del Consiglio di spiegargli bene, perché lui di speculazioni, come banchiere, se ne intende, non fosse altro per una questione teorica. E’ in corso una speculazione e non la sanno fermare. Dall’atra parte, il Governo non sa riparare le famiglie e le imprese italiane e credo che tutto questo provocherà un ulteriore scollamento sociale. A questo si aggiunga il fatto che ad oggi noi abbiamo i lavoratori che non si sono vaccinati, che devono dimostrare di avere un green pass valido per andare a lavorare e i prezzi non sono più calmierati. A questi lavoratori quanto costa andare a lavorare con green pass, caro bollette e caro gasolio?
Elezioni amministrative a Imperia: “Italexit c’è. Dovranno fare i conti con noi”
Gianluigi Paragone chiude con un riferimento alle elezioni amministrative a Imperia, il prossimo anno. E garantisce: Si, ormai Italexit c’è. Dovranno fare i conti con questa realtà e dovranno fare i conti soprattutto quelle forze politiche che alle scorse elezioni hanno preso grandi consensi e li hanno poi traditi come la Lega e il Movimento 5 Stelle. Italexit sarà il contenitore non di ripiego, ma quello che riprende quelle battaglie, perché le battaglie erano giuste prima e per quel che ci riguarda, sono giuste anche adesso“.