22 Novembre 2024 02:08

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22 Novembre 2024 02:08

Diano Marina: “Voto di scambio, non ci sono le prove”. Pm chiede assoluzione per Chiappori e Manitta/L’udienza

In breve: A settembre del 2020 gli altri 5 imputati: , Cristiano Za Garibaldi, Francesco Bregolin, Domenico Surace, Giovanni Surace e Giovanni Sciglitano sono stati assolti per intervenuti prescrizione del reato.

“Chiedo l’assoluzione di Giacomo Chiappori e Bruno Manitta per insufficienza di prove”.  Così questa mattina il Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà nell’ambito del processo per “voto di scambio light” che vede sul banco degli imputati l’ex sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori (oggi membro del Cda di Rivieracqua) e Bruno Manitta, assessore e vice sindaco in carica nella città degli aranci.

A settembre del 2020 gli altri 5 imputati, l’ex vicesindaco, Cristiano Za Garibaldi (oggi sindaco), l’ex assessore allo sport Francesco Bregolin (oggi presidente del consiglio comunale), l’amministratore unico della municipalizzata “Gm spa”, Domenico Surace , il padre di quest’ultimo Giovanni Surace, e il commerciante ambulante, Giovanni Sciglitano, erano stati assolti per intervenuta prescrizione del reato,mentre Manitta e Chiappori hanno deciso di rinunciarvi.

La requisitoria del Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà

“Il procedimento trae origine da un’altra indagine (riguardava l’ex vice sindaco di Imperia Rodolfo Leone) e da alcune intercettazioni telefoniche che hanno fatto sorgere sospetto di condotte illecite legate alle elezioni amministrative del 2011 al termine delle quali divenne sindaco Chiappori e assessore Manitta. A fronte di queste intercettazioni è stato ipotizzato il reato di voto di scambio. Nel corso del procedimento, alla luce degli elementi emersi, era stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere. Il fascicolo passò così a Genova, all’antimafia, che a seguito degli accertamenti rinviò gli atti a Imperia ipotizzando il solo reato di “voto di scambio light”.

Come noto la materia del contendere è legata a due fatti specifici. L’accusa ipotizzava un accordo volto a favorire l’elezione di Chiappori e della sua lista avvalendosi del voto della comunità calabrese, voto che si supponeva indirizzato da Domenico Surace. Sarebbe stata pattuita una serie di vantaggi per chi avrebbe procurato voti.

Si ipotizzava uno scambio tra l’apporto voti della comunità calabrese guidata da Domenico Surace e la sua nomina ad amministratore unico della GM che doveva passare necessariamente dal cambio di statuto della società, competenza del consiglio comunale. L’altra ipotesi riguardava il banco del mercato della famiglia Sciglitano. In particolare, fu messa in atto un’attività di pressione presso il consigliere delegato al commercio Davide Carpano per chiedere uno spostamento. Lo spostamento non avvenne per l’opposizione del consigliere Carpano che successivamente fu convocato dal sindaco Chiappori e rimproverato per non aver ottemperato alla richiesta. Tutte queste pressioni sono emerse durante la fase istruttoria.

Importanti sono anche le dichiarazioni dell’ex Sindaco Angelo Basso che ha riferito accadde la stessa cosa anche nel 2001 quando fu lui a vincere le elezioni, ovvero l’appoggio della comunità calabrese in cambio di un assessorato. Una situazione sovrapponibile a quella di Chiappori e che, peraltro, è in buona parte riferibile alla stragrande maggioranza delle campagne elettorali, soprattutto nei piccoli centri dove ci sono rapporti di amicizia. C’è una linea di confine molto sottile tra accordi elettorali e illeciti, per questo ci vogliono prove forti per differenziare le più classiche delle promesse elettorali e alle ipotesi di illecito.

All’esito dell’istruttoria sono emerse sicuramente pressioni su Carpano da parte di Bregolin, Surace e in ultima analisi anche da parte di Chiappori. Ma non è dato sapere sulla base di quali elementi. Dall’attività di indagine è emersa l’esistenza di un cerchio magico che vedeva sullo sfondo Chiappori, il quale non aveva il polso della situazione perchè poco presente a Diano. Nel cerchio magico c’era anche Domenico Surace che con il padre aveva appoggiato la lista di Chiappori, frequentando spazi non aperti al pubblico in Comune e partecipando a riunioni politiche senza averne il titolo”. 

Presunto accordo voti calabresi/GM

“Vi sono elementi di forte sospetto. In particolare il comportamento di Surace dopo le elezioni, anomalo per un cittadino qualunque. Surace infatti partecipava a riunioni per la spartizione delle poltrone. Anche le dichiarazioni dell’ex sindaco Basso rendono plausibile questo accordo. Come detto, c’era un circolo ristretto di amministratori che scavalca il Sindaco Chiapppori sulla nomina degli amministratori. Uno scenario di fondo tale da rendere plausibile la ricostruzione dell’accusa, ma si tratta di una lettura che non si può considerare esclusiva.

Non ci sono prove per dire se l’ accordo sia avvenuto prima o dopo le urne, dunque non ci sono elementi di prova sufficienti per una condanna, per questo chiedo l’assoluzione di Giacomo Chiappori e Bruno Manitta”.

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