“La Seris Srl comunica agli utenti che hanno richiesto al servizio mensa scolastica la somministrazione di una dieta etico religiosa per i minori iscritti che, in caso di saldo debitore del borsellino digitale della app per un importo pari o superiore a 11 euro la stessa verrà immediatamente interrotta sino all’eventuale riaccredito”. Questo il messaggio inviato questa mattina dalla Seris, società comunale incaricata della gestione delle mense, ad alcuni utenti. Una sorta di ultimatum che ha scatenato le polemiche. La comunicazione è arrivata a genitori che hanno chiesto per i figli diete “religiose” (ad esempio no carne di maiale per i musulmani), ma anche a chi, ad esempio, ha chiesto diete vegane o vegetariane.
Imperia: Seris, stop a dieta etico religiosa per utenti in debito
L’intransigenza della Seris, ai limiti della discriminazione, appare ingiustificabile, anche perché adottata in un momento storico molto complesso per le famiglie, non solo alle prese con una crisi economica acuita dal conflitto bellico in Ucraina, ma anche con l’aumento improvviso, nel gennaio 2022, dei buoni pasto, da 4.80 a 5.30 euro. Gli 11 euro posti come limite dalla Seris, di fatto, equivalgono ad appena due buoni pasto non pagati. Un debito che può essere determinato da una semplice dimenticanza, o da temporanee ristrettezze economiche, soprattutto tra la fine di un mese e l’inizio di quello successivo, a cavallo del pagamento degli stipendi, e non per forza di cose da una precisa volontà.
Va precisato, inoltre, che il prezzo del buono pasto non aumenta con l’evenutale richiesta di una dieta etico-religiosa, dunque il mancato pagamento non grava in modo diverso rispetto agli altri utenti e, ad oggi, non risulta che Seris adotti alcun provvedimento in presenza di un saldo negativo nel pagamento dei buoni pasto.
Come si può pensare di mettere alle strette un genitore utilizzando l’aspetto etico-religioso per obbligarlo a saldare un debito, per altro risibile, di cui non si conosce l’origine? Un atteggiamento incomprensibile, Si aspettano risposte dalla Seris.
I genitori che hanno ricevuto tale comunicazione si stanno rivolgendo ai propri legali con l’intenzione di presentare una class action.