Alessandro Condò, 46 anni, massaggiatore, politico, ex candidato Sindaco a Sanremo, risulta imputato in Tribunale a Imperia con l’accusa di violenza sessuale. Parte offesa una paziente, costituitasi parte civile e difesa dall’avvocato Gianluca De Marco del Foro di Imperia. I fatti si sarebbero consumati il 19 marzo del 2019, nello studio professionale di Condò, nella città dei fiori, in piena campagna elettorale.
Imperia: violenza sessuale, a processo l’ex candidato Sindaco a Sanremo
Secondo l’accusa Condò avrebbe palpeggiato la propria paziente durante un trattamento. Una versione che il professionista, difeso dall’avvocato Alberto Pezzini del foro di Imperia, ha respinto con forza, questa mattina, in aula, durante il proprio esame.
Alessandro Condò
“La signorina è venuta da me per fare un trattamento. Aveva già fatto sei sedute. Poi, per un mese, non l’ho più sentita ne vista. Quando è arrivata le ho chiesto di levarsi gli indumenti dalla parte superiore del corpo e di sdraiarsi a pancia in giù, la posizione corretta per il massaggio. Sul finire del trattamento ho eseguito la manovra di sblocco. Nel momento in cui mi sono avvicinato al lettino ho sentito la sua mano allungarsi sulle mie parti intime. Non ho detto nulla e ho proseguito la manovra anche dalla parte opposta. Si è ripetuta la stessa cosa, la sua mano si è allungata sulle mie parti intime.
Io stavo affrontando la campagna elettorale come candidato sindaco a Sanremo. In quella giornata era già uscito un articolo, su una testata locale, in cui venivo additato come persona violenta. Ero nervoso e forse ho risposto in maniera esagerata con gli epiteti. ‘Se vuoi fare la zoccola non è il posto adatto’ le ho detto. Lei si è rivestita, aveva un ghigno sulla faccia.
Perché le ho inviato un messaggio di scuse? Perché avevo paura di essere denunciato, anche se non avevo fatto nulla. Stavo affrontando la campagna elettorale e sospettavo che questa persona fosse stata indirizzata da qualcuno. Mi aspettavo di tutto visto il tenore della campagna. La signorina si era alzata e si era rivestita senza dire niente, nonostante l’avessi insultata. Mi ero sentito preso in giro perché mi sembrava avesse un ghigno. Le ho mandato un messaggio di scuse per tutelarmi.
Nelle prime sedute la signorina si era sempre comportata in maniera esemplare. Mi aveva fatto qualche domanda di politica e avevamo parlato delle problematiche di Sanremo, nulla di più. Io tratto donne nel 60% dei casi, vengono nel mio studio anche Polizia e Carabinieri. Anche tra il personale ho varie collaboratrici.
Quando la signorina è andata via ho parlato di quello che era accaduto con mia mamma e con una collega che mi aveva visto alterato”.
Nel corso dell’udienza odierna, dinnanzi al collegio composto dai giudici Carlo Indellicati, Marta Maria Bossi ed Eleonora Billeri, sono state anche sentite, come testimoni, la madre di Condò, che lavora nello studio come segretaria, una collega di Condò, fisioterapista, una paziente e la madre di quest’ultima, che la accompagnava sempre alle visite, e che avevano un appuntamento proprio il giorno della presunta violenza.
Collaboratrice Condò, fisioterapista
“Ricordo di essere entrata due volte nello studio del collega, perché abbiamo dei macchinari in comune, la prima volta per visualizzare un referto e la seconda volta per un macchinario. La prima volta Condò stava lavorando, la seconda avevo notato qualcosa di strano nel comportamento del collega. Era turbato, indisposto. Mi ha poi detto successivamente cosa era successo, mi disse che una paziente aveva allungato le mani”.
Paziente Condò
“Sono stata paziente di Alessandro Condò. Ricordo che prima del mio appuntamento, quel giorno, uscì una donna, alta, bionda. Fece qualche passo per andare dalla segretaria, in maniera tranquilla. Parlarono qualche minuto, poi uscì. Ricordo visto una persona tranquilla, non turbata”.
Il processo è stato rinviato al prossimo 28 aprile 2022 alle ore 14 per la discussione.