Imperia. Sale nuovamente la tensione tra i commercianti per la tassa sulla spazzatura. Dalla Tares si è passati alla Tari, ma l’importo della cartelle continua a non far dormire sogni tranquilli agli esercenti commerciali, alcuni dei quali, come già accaduto in occasione delle proteste del novembre scorso, hanno deciso di manifestare pubblicamente il proprio dissenso, pubblicando su internet le proprie bollette.
Simone di Bernando, titolare dell’Ambaradan si sfoga così dopo aver ricevuto una cartella da 4.970 euro: “Ridendo e scherzando anche quest’anno 5000 euro di spazzatura per avere un servizio di merda, i bidoni puzzosi sotto il dehor del locale. Il rischio di non pagarla manco quest’anno è concreto. Mi farò assumere da Equitalia!”. E ancora: “Ho un’attività che tra me e la mia famiglia gestiamo da anni, un’attività che lavora e credo anche bene dai risultati tangibili che riscontro! Ormai si lavora sperando di riuscire a pagare dipendenti (ridotti numericamente all’osso, per i costi non certo per il loro lavoro), utenze (solo di luce 1500 euro al mese), tasse, contributi, iva, inps e i vari anticipi chiesti (e se fai dei lavori per il rimborso l’iva e le detrazioni sono spalmate in 10 anni, mah). Poi arriva la ciliegina sulla torta. Praticamente 500 euro al mese per la monnezza. Per un servizio inesistente (non me ne vogliano gli operai ecologici ormai da tempo non pagati, anzi li capisco e fanno bene), per dei bidoni che più volte ho chiesto se li potessero spostare da sotto il mio dehor… Etc etc… Quello che mi fa rabbia è questo. Sapere di avere un locale dove ti spacchi il culo fino alle 2 del mattino ogni giorno (ormai da quasi 20 anni in una via storica di Imperia dimenticata e abbandonata agli stranieri quando una volta era il fulcro del commercio Portorino anzi imperiese), un locale che lavora e che mi sono seriamente scocciato di portare avanti “per nulla” … Tanta amarezza e rabbia… Ma prima di ‘morire’ commercialmente (e se andiamo avanti così non mancherà molto per Imperia al completo) credetemi mi leverò molte soddisfazioni“.
Erika Parravicini, titolare del negozio Centro Mangimi Animali sull’Argine Destro, ha ricevuto una cartella Tari da 4.538 euro: “Molto bene questo pomeriggio mi è arrivata la bolletta della Tari 4538 euro. Io ribadisco come gia fatto in precedenza, che vendo scatolette. Ho una rivendita di circa 200 mq e differenzio praticamente tutto, cartone e plastica, quindi mi sorge una domanda. Ma con che criterio sono state fatte le tariffe? E io che diligentemente piego anche i cartoni per ingombrare meno. Vorrei ringraziare quindi tutti coloro che si stanno mettendo d’impegno per far collassare i pochi negozi rimasti che già fanno fatica per la crisi devastante che ci ha colpito. Grazie a tutti di cuore”.
Paola Facchin, titolare del ristorante-pizzeria Peperetta Dispetusa, pensa addirittura alla chiusura dopo aver ricevuto una cartella Tari da 3.360 euro. “Ora vi svelo un pò di cose sul mio lavoro. Lavori tutte le feste e se non stai bene. In estate ti fai 2 mesi senza riposo. Un sacco di ansie. Alcuni mesi non guadagni niente, ma proprio niente. Cerchi di pagare fornitori e affitto e luce e chi lavora con te e il commercialista, le tasse l’Iva. Stavolta un pensiero alla chiusura lo facciamo anche noi“.