Un’onda arcobaleno ha invaso le strade di Sanremo nella giornata di oggi, sabato 9 aprile 2022. Esattamente 50 anni fa nella città dei fiori si svolgeva la manifestazione considerata in tutta Italia la “prima pietra” del movimento per la difesa della dignità e dei diritti LGBTQ+.
Quel giorno, attivisti da tutta Europa si riunirono a Sanremo per protestare contro un congresso di sessuologia che promulgava le cosiddette “teorie riparative”. La rete di collaborazioni e di amicizie che confluì in quella manifestazione segnò l’inizio dell’attivismo.
Oggi, per le strade di Sanremo, sono sfilati cantando e ballando oltre 1.500 manifestanti di tutte le età e da moltissime città liguri e non solo. In tanti sono arrivati anche dal Piemonte e da altre regioni d’Italia.
La mostra e gli eventi a Sanremo sono organizzati dal Coordinamento Arcigay Liguria (Arcigay Imperia, Arcigay Savona e Arcigay Genova), da Arcigay Cremona, Arcigay Cuneo e Arcigay Brescia. La mostra è realizzata con il sostegno e in rappresentanza di Arcigay.
Claudio Tosi, Arcigay Genova
“L’evento di 50 anni fa ha cambiato la storia e vogliamo cambiarla anche oggi. L’orgoglio che oggi torna a Sanremo, da domani Sanremo potrebbe non essere più la stessa. Per noi vedere questa piazza piena è una grande soddisfazione, significa che la provincia di Imperia ha voglia di aprirsi e diventare inclusive.
Mancano ancora tante cose, a volte si sente ancora parlare di cure contro l’omosessualità. C’è bisogno di leggi che ci tutelino. Bisogna tornare a parlare di DDL Zan per combattere l’omofobia”.
Gianfranco Testa, Mia Arcigay Imperia
“Ci aspettavamo tanta gente ma non cosi tanto. Non ci aspettavamo che la provincia di Imperia fosse così aperta e pronta ad accogliere un pride. Sono felicemente sorpreso.
Speriamo che sia il primo di una lunga serie, ci piacerebbe ripeterlo ogni anno ad aprile perché è nato per ricordare lo Stonewall di 50 anni fa.
Per noi c’è urgenza di una legge che ci tuteli dalle aggressioni. L’affossamento del DDL Zan per noi è stato un brutto colpo. Anche il matrimonio egualitario è importante. Se è vero che i doveri sono uguali per tutti allora anche i diritti devono essere uguali”.
Le interviste ai manifestanti del corteo
“Veniamo da Imperia. Siamo qui per difendere i diritti Lgbt sul lavoro, a scuola, per strada”.
“Vogliamo far capire che esistiamo, che la gente si renda conto che ci sono anche altri generi altri orientamenti.
Ogni volta che vado in giro o a scuola mi capita che qualcuno mi prendono in giro, fanno atti di bullismo. Quando cammino mi urlano ‘viva il Duce, viva il fascismo’.
Vorrei un modo di uguaglianza dove ognuno può essere chi vuole”.
“Siamo qua per mostrare ciò che siamo liberamente e apertamente, per dimostrare il nostro supporto ad altre persone come noi.
Mi rende tanto felice vedere quante persone sono arrivate. Pensavo che saremmo stati in 10 invece siamo tantissimi, anche tanta gente venuta da fuori”.
“Veniamo da Torino e Bordighera. Siamo qui per difendere i nostri diritti e i diritti di tutti”.
“Siamo qua per divertirci e supportare i nostri diritti. C’è ancora tanto da lavorare. Ci sono ancora troppe discriminazioni, bullismo.
Mi bullizzano per il mio stile, il mio orientamento sessuale. Spero che un giorno mi vedano una persona normale. Non ci dovrebbero essere etichette. Siamo persone e basta”.
“Veniamo da Ventimiglia e Vallecrosia. Siamo qua perché crediamo ci siano troppe disuguaglianze e discriminazioni. Vogliamo far sì che tutti siano trattati allo stesso modo. I miei genitori l’hanno presa bene, invece mia nonna, che mi ha cresciuta, non l’ha presa molto bene purtroppo”.
“Siamo apposta venuti da Torino per far festa. Ci sono tanti ragazzi giovani, è un buon segnale. C’è ancora tanto da lavorare, soprattutto l’accettazione dal mondo esterno e dal mondo etero. Però siamo sulla strada giusta”.
“Siamo venuti da Genova per il Pride. Vediamo da alcuni anni che le persone più giovani vengono in massa. Ci sono stati tanti passi avanti ma sicuramente c’è da cambiare il rapporto fra la società e la politica, che è sempre indietro. Il fatto che non ci sia un’uguaglianza vera ma finta. La Legge Cirrinà ha cambiato tutto perchè ci sentiamo liberi di uscire in mezzo alla gente, però non è possibile che ci siano leggi retrograde per le persone transgender, che non vengano riconosciute le famiglie”.
“Sono qua perchè ho voglia di essere me stesso, ho deciso di dare un volto alla mia omosessualità e ho deciso di presentarmi qui al Pride di Sanremo per la prima volta in Drag sia come me stesso sia come Nina che è il nome della mia Drag. Secondo me essere qui in questo momento con un movimento del genere in una provincia piccola come Imperia è un grande passo avanti.
Ho scelto questo momento per sentirmi parte di qualcosa. Avevo bisogno di essere in mezzo a persone che mi avrebbero capito. Non mi aspettavo tutte queste persone, vivo da tutta la vita qui e non me lo aspettavo. Ho visto che anche tante persone si sono spostate per venire è una bella cosa”.