Udienza in Tribunale a Imperia questa mattina per la presentazione del Piano di ristrutturazione di Rivieracqua, alla presenza dei creditori della società pubblica. In realtà, per ora, è stata mostrata una bozza, mentre il piano definitivo sarà ufficializzato la prossima settimana. Ma il presidente Gian Alberto Mangiante e gli esponenti del Cda Sara Rodi e Giacomo Chiappori garantiscono: “Il Piano c’è ed è migliorativo rispetto al passato”. Dal Cda di Rivieracqua anche notizie positive per il nuovo acquedotto del Roja, che collegherà Imperia e il Golfo Dianese.
Mangiante garantisce: “Il Piano c’è ed è migliorativo rispetto al passato”
Spiega il presidente di Rivieracqua Gian Alberto Mangiante: “E’ un vero e proprio Piano di cui siamo orgogliosi, perché ci siamo fortemente impegnati, perché quanto avevamo detto in precedenza circa il pagamento del 100% dei creditori entro tre anni e mezzo non solo è stato mantenuto, nonostante le turbolenze legate alla guerra in Ucraina e l’aumento vertiginoso di materie prime ed energia, ma lo abbiamo anche migliorato. Mentre prima erano previsti pagamenti in un arco di tre anni e mezzo, adesso si prevede pagamento entro il 30 giugno 2023, a seguito dell’apporto finanziario del socio privato. Uno sforzo rivolto al mercato e al territorio imperiese, che ha sofferto già troppo per la situazione di Rivieracqua e meritava un occhio di riguardo. Depositeremo la prossima settimana un’istanza di sblocco, per poter pagare una parte di fornitori strategici per la gestione di Riviercaqua, per un milione e mezzo di euro. Un altro atto di attenzione al mercato”.
Prosegue Mangiante: “Per il nuovo acquedotto del Roja, siamo a un ottimo punto di svolta. Abbiamo fatto un incontro in settimana con Regione, Provincia e Commissario dove abbiamo quadrato il perimetro dell’intervento e tutti guardato nella stessa direzione. Rivieracqua è il soggetto attuatore e quindi non si disperderà l’Iva sull’intero appalto (finanziato con 27, 5 milioni di euro con fondi Pnrr – ndr). Siamo orgogliosi e lo facciamo perché ha vinto il territorio. Ringrazio il presidente della Provincia Claudio Scajola che ha messo a disposizione l’assetto amministrativo e tecnico della Provincia per coadiuvare gli uffici di Rivieracqua, per garantire speditezza, competenze e operatività per l’appalto. Una bella sinergia fra enti“.
Chiappori bacchetta i Comuni: “Se avessero messo mano al portafoglio si sarebbe potuto fare a meno dell’ingresso del socio privato”
Sottolinea Giacomo Chiappori, componente del Cda di Rivieracqua: “Abbiamo forgiato questo ferro che ogni tanto cambiava aspetto, con diversi problemi, non ultimo la guerra. Abbiamo raggiunto un risultato che va bene per la gente e per l’acqua pubblica. Rivieracqua è soggetto attuatore per i 27 milioni e mezzo del nuovo acquedotto del Roja e avremo la copertura di 5 milioni e 800 mila euro della Regione, se i fondi non arrivassero subito. Abbiamo fatto progetti e Conferenze dei servizi. Ora c’è solo da fare la gara. Abbiamo perso del tempo perché c’era sempre qualche problema, creato anche dai funzionari regionali, ma ora ci sarà la gara e verrà rimesso a posto il punto critico del Dianese.
Io dall’inizio ho detto che prediligevo il fatto di prendere i soldi dai comuni, che erano ben spesi per avere società interamente pubblica. L’acqua sarebbe costata come scoterà domani, ma gli utili sarebbero diventati tutti servizi e investimenti, cosa che non può fare il privato che deve fare utili, ma non c’è stato verso. Anche il Commissario Checcucci ci ha provato, ma non c’erano proposte. Vedremo quale sarà la proporzione del socio privato, certamente non più del 49% e non meno del 30%. Speriamo che almeno arrivi uno in gamba. La società è talmente appetibile una volta a regime, che credo vedremo più di uno arrivare a gara per portarsi via questo bel soggetto”.
La parola ai creditori, Enrile (Acquedotto San Lazzaro): “Non abbiamo timori”
Dice Camillo Enrile, amministratore di Acquedotto San Lazzaro Spa, azienda creditrice di Rivieracqua: “Il Piano deve essere modificato perché ci sono anche stati forti aumenti dell’energia elettrica e quindi deve essere precisato il piano, così hanno detto gli organi della società. Di certo, essendo ormai acquisite tutte le gestioni dei comuni, la società può avere un conto economico positivo e con questo avanzo di cassa deve pagare i creditori. A mio parere se invece di essere pagati entro il prossimo 30 giugno del 2023, noi fornitori commerciali, facessero slittare il pagamento anche di due o tre anni, la società avrebbe più possibilità di proseguire e i creditori pubblici come Amat, Aiga e Amaie, invece di pagarli in tre anni e mezzo, come prospettano, potrebbero pagarli in tempi più lunghi e la società potrebbe salvarsi restando completamente pubblica. Il socio privato non farà un regalo, metterà 28 milioni subito, ma alla fine giustamente vorrà rientrare con un giusto un utile e quindi la gestione sarà più onerosa per l’utenza. Per i creditori non vedo grossi rischi. Non ho timori. Per i tempi che hanno prospettato non so, anche perché la gara per il socio privato vorrà i suoi tempi”.