Protesta questa mattina davanti al Tribunale di Imperia. Il protagonista è Giacomo Scola, 72enne di Oneglia, residente a Montalto Ligure, uscito dal carcere alla fine di marzo dopo aver scontato una pena di 10 anni a suo dire ingiustamente.
Scola domani presenterà una denuncia in Procura per chiedere che venga fatta luce sul suo caso e, questa mattina, ha deciso di rendere pubblica la sua storia affiggendo cartelli e striscioni alla cancellata di ingresso del Palazzo di Giustizia per contestare un presunto abuso di potere nei suoi confronti.
Avvicinato dai cronisti di ImperiaPost, Scola ha raccontato la sua storia e le motivazioni che lo hanno portato a mettere in atto il suo gesto di protesta.
Imperia: sit in di un 72enne davanti al Tribunale
“Io oggi voglio rendere pubblica la mia storia perchè voglio giustizia. Voglio essere ripagato di tutti i danni che ho subito. Ho due case bruciate, ho fatto 10 anni di galera da innocente. Mi hanno condannato in primo grado a 18 anni di carcere come fossi un criminale.
Al procuratore ho già spedito tutto. Sanno tutta la mia storia. Voglio che si apra un’indagine sul mio caso.
Nel 2006 mi hanno bruciato due case e quella di un’altra persona e hanno arrestato me. Due persone hanno dichiarato ai Carabinieri che io ho detto a loro che avevo bruciato le case. Mi hanno arrestato per quello. Il giorno dopo mi hanno rilasciato. Io sono tornato ad abitare dove abitavo. Tutta la gente aveva paura e hanno deciso di levarmi di mezzo.
Un giorno vado a far pascolare le capre e quando torno arrivano i Carabinieri. Qualcuno ha testimoniato che mi ha visto entrare in una piantagione di marijuana, ma non è vero. A processo chiamano a testimoniare chi mi ha bruciato le case con la promessa che non viene inquisito.
Ho fatto il carcere per le case bruciate e per la falsa testimonianza sulla marijuana.
Sono andato ad abitare a Villatalla, un giorno vedo della gente in montagna e vedo dei Carabinieri che mi chiamano e mi mettono le manette. Mi portano in una piantagione e dicono ‘questa è tua’, ma mica mi puoi arrestare così? Questo è un sequestro di persona“.