“Non luogo a procedere” per aver risarcito il danno. Questa la sentenza pronunciata dalla giudice monocratica Eleonora Billeri (PM Tiziana Berlinguer) nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati L.M., 58enne oculista (difesa dall’avvocato Ettore Traini del foro di Milano), accusata di responsabilità colposa per lesioni personali in ambito sanitario ai danni di un 56enne (rappresentato dall’avvocato Giuseppe Mascolo del foro di Imperia).
Imperia: oculista a processo, risarcito il danno al paziente
I fatti risalgono al periodo compreso tra il settembre 2016 al febbraio 2017, a Ventimiglia. Secondo quanto ricostruito dall‘accusa, la 58enne, in qualità di medico oculista, avrebbe provocato al 56enne lesioni agli occhi nell’ambito di un intervento lasik per la correzione della vista (presbiopia), causando alla vittima danni giudicati guaribili in 40 giorni e postumi permanenti.
Nel dettaglio, secondo l’accusa, nella fase precedente all’operazione, l’imputata non avrebbe realizzato esami obiettivi per supportare l’indicazione all’intervento e avrebbe omesso di valutare il rischio, non informando il paziente dei rischi e benefici connessi all’intervento.
Nella fase post operatoria, l’oculista avrebbe omesso di diagnosticare tempestivamente e di affrontare adeguatamente l’irregolare riposizionamento sul letto corneale del lembo sollevato durante l’intervento, da cui derivava un’irregolarità della cornea destra con esito cicatriziale inficiante la trasparenza della cornea in zona centrale. Secondo l’accusa l’imputata avrebbe anche minimizzato le problematiche segnalate dal paziente già nel corso del primo controllo, rassicurandolo e provvedendo all’applicazione di punctum plugs.
Questa mattina, in Tribunale a Imperia, la giudice Billeri ha dichiarato il non luogo a procedere in quanto è stato risarcito il danno al paziente. L’imputata ha risarcito il paziente con il pagamento di 5 mila euro che si aggiungono ai 6.319,67 euro liquidati in sede civile.
In aula il 56enne ha accettato il risarcimento, precisando però di ritenere il danno patito nettamente superiore. A riguardo è stato presentato ricorso in Appello, in sede civile. Il risarcimento richiesto è stato quantificato dalla parte offesa in 50 mila euro.