28 Dicembre 2024 15:09

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“Imperia contro le guerre”: grande partecipazione l’1 maggio alla Rabina per l’assemblea pubblica del comitato. “La pace non passa attraverso le armi. Draghi governo bellicista” /Foto e Video

In breve: Scopo dell'incontro, quello di cercare di creare un momento di riflessione e discussione di pace, contro tutte le guerre che si combattono nel mondo.

Circa una settantina di persone del neo comitatoImperia Contro le Guerre si sono riunite ieri, primo maggio, in occasione della festa dei lavoratori, nel piazzale dell’anfiteatro della Rabina.

Scopo dell’incontro quello di cercare di creare un momento di riflessione e discussione di pace, contro tutte le guerre che si combattono nel mondo.

Al comitato aderiscono anche partiti politici della sinistra, collettivi e spazi sociali ma anche cittadini che vogliono portare il loro contributo per la causa della pace.

Imperia contro le guerre: l’intervista a Renato Donati, Mariano Mij, Francesco Scopelliti

“Siamo un comitato che comprende varie realtà associative e partiti dell’imperiese. Vogliamo portare il nostro contributo di riflessione e discussione, per parlare di quelle che sono le guerre.

Ci sono più di 50 conflitti nel mondo e siamo qui per cercare di costruire una serie di proposte di pace. Questo a differenza di quello che sta facendo il Governo Draghi, che si sta dimostrando sempre di più un Governo bellicista nei confronti della situazione attuale”.

Un appello colto da diverse persone?

“Noi siamo qui per dire che la pace non passa attraverso il riarmo. Dobbiamo capire le ragioni di questa guerra, che sono funzionali al capitalismo e al neo imperialismo che sta dilagando nel mondo.

I profughi delle guerre sono tanti, sono stati tanti anche nelle recenti guerre in Europa, ma anche in nord Africa, che hanno lasciato decine di migliaia di profughi che meritano lo stesso trattamento che stanno ricevendo i profughi ucraini”.

Avete scelto l’1 maggio per questa occasione?

“Non è un caso perché le guerre le pagano i popoli. È una data che evoca la simbologia dei lavoratori e delle lavoratrici e dei popoli.

Cerchiamo di liberare tutto dal giudizio geopolitico, invece di ragionare non dall’alto, ma di stare vicino ai popoli che subiscono e cercare di aiutarli e trovare delle vie di pace, anche attraverso di loro.

Cerchiamo di dare un taglio anche dal basso, cercando di arrivare ad un movimento che possa in ogni luogo portare la pace”.

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