“L’amore per la chitarra e la musica hanno salvato un’intera famiglia ucraina”. Così il chitarrista imperiese di fama internazionale Diego Campagna racconta a ImperiaPost la storia di Oleksandr e Nataliia.
La coppia, giunta da pochi giorni a Imperia insieme ai due bimbi, di 6 mesi e 7 anni, e alla nonna, grazie anche all‘impegno di Campagna e di altri colleghi del mondo della musica, ora può finalmente ricostruirsi una vita lontano dal pericolo delle bombe.
Da Mykolaïv a Imperia: quando la musica salva la vita. Diego Campagna e la storia di Oleksandr e Nataliia
“Tutto è iniziato – racconta Diego Campagna a ImperiaPost – quando mi ha telefonato Eliot Fisk, il mio grande Maestro, chiedendomi se mi ricordassi di Oleksandr, un giovane chitarrista ucraino che era stato suo allievo e che io avevo incontrato tanto tempo fa. Mi ha spiegato la situazione critica che stava vivendo in Ucraina con la sua famiglia.
Per riassumere, un missile aveva colpito la loro casa, così si sono spostati in un villaggio vicino dove però le truppe russe facevano scalo per i rifornimenti. Sono stati un mese nel seminterrato di una casa senza acqua corrente ed elettricità (arrivava solo per un’ora al giorno), con una bimba di 6 mesi e un bambino di 7. Non si poteva uscire di casa se non per pochissimo tempo per poter trovare dei viveri, altrimenti si rischiava di essere fucilati.
Così ci siamo attivati per portarli in salvo in Italia. Il filo conduttore è stata la musica, la chitarra più precisamente. Grazie al Conservatorio Braga di Teramo, al quale Oleksandr è iscritto, hanno potuto lasciare il paese in modo del tutto legale insieme alla sua famiglia. Ringraziamo in particolare l’impegno del capo dipartimento di Chitarra Roberto Fabbri.
Una volta pronta la documentazione, hanno dovuto aspettare che i carri armati russi si spostassero. Hanno caricato tutto il possibile in auto e sono partiti, passando per Bucarest e poi sono arrivati in Italia. Il padre, di 81 anni, non si è voluto muovere da Mykolaïv ed è rimasto là.
Quando sono arrivati qui non credevano ai loro occhi. Mi hanno detto: ‘Diego, grazie, ci avete salvato la vita’.
Questa forse è solo una goccia nell’oceano, ci sono tante altre persone stanno aiutando e dando una mano, ma in questo caso, se non fosse stato per la musica e la chitarra loro non sarebbero qui ora. Questo è ciò che mi tocca particolarmente. Ci sono stati momenti in cui abbiamo avuto timore di non farcela, ma ci abbiamo creduto fino all’ultimo.
Li ho accompagnati all’Info Point dove hanno fatto il tampone e sbrigato le pratiche sanitarie e nei prossimi giorni andranno all’ufficio immigrazione per avere il permesso da rifugiati.
Una delle prime cose che abbiamo fatto è stata suonare insieme. La musica ha questo potere, ti fa dimenticare le cose brutte, anche solo per un po‘. Sarebbe bello suonare insieme in città, lo faremo”.