Importante vittoria dei proprietari di immobili che sorgono vicino alla nuova ferrovia: dovranno essere indennizzati anche se i loro appartamenti non affacciano direttamente sulla ferrovia. Lo ha deciso il Tribunale di Imperia, con ben sei sentenze dei giudici Fabio Favalli e Paola Cappello, a cui si era rivolto l’avvocato imperiese Paolo Prato, che difende gli interessi dei proprietari degli immobili in questione.
Per la stessa questione, altre otto cause ancora aperte
Un precedente pesante per le Ferrovie, considerato che lo stesso Prato ha aperte ancora altre otto cause relative alla stessa questione.
I giudici hanno riconosciuto il diritto ad ottenere l’indennizzo da parte dei proprietari di immobili che, anche se non sono affacciati direttamente sulla nuova tratta ferroviaria, hanno comunque subito una diminuzione di valore dei loro beni a causa della limitazione della luminosità e del panorama e dell’aumento di vibrazioni e rumore, causati dalla ferrovia.
Le cause sono scattate dopo che Rete Ferroviaria Italiana aveva negato categoricamente qualsiasi indennizzo per questi proprietari, in quanto non rientranti nella categoria dei cosiddetti proprietari “frontisti”, secondo le “linee Guida Tav”, elaborate dalle stesse Ferrovie.
Sottolinea l’avvocato Paolo Prato: “I criteri utilizzati da Rete Ferroviaria Italiana contenuti nelle “Linee Guida Tav” risalenti agli anni Novanta devono essere superati. Non è giusto che molti proprietari di case in tutta Italia, per avere quanto spetta loro, debbano rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, anziché ricevere il giusto indennizzo direttamente dagli Enti competenti. Il Giudice ha, peraltro, evidenziato che le “Linee Guida Tav” adottate da Rete Ferroviaria Italiana per stabilire i criteri di indennizzo in favore dei privati non sono una fonte di diritto, ma si risolvono in meri criteri orientativi “interni” all’azienda“.
Le sentenze imperiesi rappresentano un importante precedente, che potrebbe costare molto caro (è il caso di dirlo) a Rete Ferroviaria Italiana.