“La nostra volontà oltre che il nostro dovere giuridico è di arrivare ad un accordo con la consegna dell’ospedale al privato vincitore della gara, prima dell’approvazione del nuovo piano sociosanitario.
Credo che siamo arrivati ad una discreta fase di avanzamento della trattativa con il privato e confido che riusciremo ad arrivare ad una soluzione. Se questi approfondimenti andranno a buon fine come immaginiamo, consegneremo l’ospedale al privato con l’offerta sanitaria che ne consegue”. Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità, Giovanni Toti, intervenuto nel corso della riunione del Comitato ristretto di rappresentanza della Conferenza dei sindaci della ASL1.
Privatizzazione ospedale di Bordighera: l’intervento di Toti
“Questo è un tema sensibile di discussione anche politica, assolutamente legittima – aggiunge l’assessore regionale – ma in questa fase ritengo che più lasciamo lavorare in serenità i professionisti più sarà probabile arrivare ad una soluzione. Voglio sottolineare che non c’è alcuna trattativa politica su questo, ma esclusivamente tecnica.
Se, invece, la trattativa non dovesse andare a buon fine, nessuno immagini che la sanità pubblica possa fornire prestazioni analoghe a quelle previste da quel contratto, in particolare per la riapertura del pronto soccorso. In quel malaugurato caso, che speriamo non si realizzi, si dovrà aprire un dibattito prima tecnico e poi politico sulla sorte di quel nosocomio”.
Tra i nodi affrontati, anche il punto nascite dell’ospedale di Sanremo
“Rimane ferma la volontà di riaprilo – aggiunge il presidente della Regione – A causa del covid i lavori sono slittati di circa un trimestre, a settembre dovrebbe essere tutto pronto per i collaudi per procedere poi alla riapertura. Nelle more del collaudo ci muoveremo con l’Asl per reperire il personale necessario, che poi andrà a rafforzare l’hub dell’ospedale unico di Taggia dove saranno accorpati i presidi di Sanremo e Imperia”.
Il presidente della Regione ha ricordato alcuni temi strutturali, tra cui le difficoltà legate alla carenza di organico che “interessano l’80-90% degli ospedali del Paese. È un dato di contesto nazionale, non ligure, per cui serve una risposta di sistema”. Per quanto riguarda poi il Pnrr “ci consentirà entro il 2026 di ridisegnare la sanità territoriale grazie anche alla realizzazione delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità, senza dimenticare le risorse ex articolo 20 per l’edilizia sanitaria e per il rinnovo delle attrezzature”, sottolinea l’assessore regionale che ricorda anche i concorsi realizzati a livello regionale per l’assunzione a tempo indeterminato di oltre 700 infermieri e 274 Oss (al netto del concorso dedicato per gli Oss in Asl5).
Un’ulteriore azione messa in campo da Regione riguarda la costituzione di Dipartimenti interaziendali in rete con i presidi ospedalieri delle Asl: “Oltre al progetto del Gaslini Liguria, sono partite alcune sperimentazioni come per l’ortopedia con la collaborazione tra il Galliera e l’As4.
Analoga iniziativa sarà realizzata per l’Urologia nel ponente”, ricorda il governatore.
Sul tema delle liste d’attesa, infine, “certamente 2 anni di pandemia, che non è ancora finita, non hanno facilitato il sistema ma voglio ringraziare i direttori generali per l’impegno che stanno mettendo in campo per traguardare l’obiettivo fissato di superare il livello di prestazioni pre-pandemia del 2019, sia per la chirurgia che per la diagnostica.
Parallelamente – conclude – l’accreditamento di nuovi soggetti privati speriamo possa migliorare i tempi di attesa per alcune prestazioni”.