22 Dicembre 2024 20:50

22 Dicembre 2024 20:50

Tangenti a Imperia: “Dalle indagini emerge un sistema degli appalti”. Parla il procuratore Lari. “Non sono fatti isolati, coinvolta pluralità di persone” / Foto e video

In breve: Le tangenti contestate sono svariate, ma quelle documentate dagli inquirenti, con pedinamenti e fotografie, sono almeno tre.

“Dalle indagini emerge un sistema degli appalti”. Lo ha affermato il procuratore di Imperia Alberto Lari nel corso della conferenza stampa a seguito dell’arresto di Luigino Dellerba, Sindaco di Aurigo e consigliere provinciale, e Vincenzo Speranza, imprenditore edile, titolare della Edilcantieri.

L’arresto, in flagranza, di Dellerba e Speranza, avvenuto il 30 maggio scorso in Via De Sonnaz, davanti alla sede della Edilcantieri, rientra in una più ampia indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Imperia, coordinata dal Procuratore Alberto Lari e dal Sostituto Procuratore Barbara Bresci, iniziata circa un anno fa e che ha per oggetto le commistioni tra pubblico e privato per l’aggiudicazione di appalti sottosoglia e la turbativa delle gare. Svariati gli indagati. 

Le tangenti contestate sono svariate, ma quelle documentate dagli inquirenti, con pedinamenti e fotografie, sono almeno tre.

Imperia: arresti Dellerba e Speranza, ecco le accuse di corruzione

Procuratore Alberto Lari

“Il giudice ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Luigino Dellerba e Vincenzo Speranza che riassume le risultanze processuali. Il verbale di arresto conta 120 pagine. Per ora ci atteniamo all’ordinanza di custodia cautelare. 

È pacifica la contestazione di due fatti di corruzione che contestiamo come atto contrario all’ufficio. Il primo fatto viene contestato, oltre che all’imprenditore, a Luigino Dellerba nella qualità di Sindaco di Aurigo (dazione di 2 mila euro avvenuta il 21 marzo), il secondo fatto viene contestato sempre alla stessa persona in qualità di consigliere provinciale ed è la consegna di 2 mila euro che ha determinato l’arresto in flagranza. Perchè non siamo intervenuti nel primo caso, posto che anche quello è stato documentato? Avevamo già in quel momento elementi molto consistenti per dimostrare la corruzione, ma dovevamo essere certi di avere elementi sicuri e circostanziati che potessero collegare la dazione all’atto amministrativo. Nella seconda occasione avevamo ancora tante attività in corso, quindi l’arresto dal punto di vista delle indagini potrebbe rivelarsi un problema per il successivo sviluppo delle indagini, ma non potevamo consentire che ci fosse una continua consegno di denaro, che andasse ancora avanti questa situazione.

Le indagini si basano su intercettazioni telefoniche e ambientali, abbiamo documenti e filmati che documentano anche la consegna del denaro. Non possiamo diffonderli, ma sono atti che esistano. Riteniamo che sia corretto per il rispetto della dignità degli indagati.

A nostro giudizio, da tutto questo emerge un sistema. Questi non si possono considerare fatti isolati, ma emerge un sistema che coinvolge una pluralità di persone sia dal punto di vista della pubblica amministrazione sia da quello delle aziende che possono essere coinvolte. Questa indagine ritengo che sia un unicum nella nostra provincia di questa portata, che mette in luce un sistema nell’ambito degli appalti.

Abbiamo sequestrato una mole enorme di documenti che andranno messe a confronto con le tantissime procedure amministrative. Ci metto la faccia dicendo che anche questa attività, come fatto fino adesso, verrà fatta nel rispetto di tutti e in totale riservatezza. 

Ci saranno sicuramente ulteriori sviluppi da queste indagini. Parliamo di mesi e mesi di ascolti e colloqui che vanno incastrati con le procedure amministrative”.

Condividi questo articolo: