Questa mattina il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato la nuova classifica sulla qualità della vita stilata elaborando dati e statistiche sul benessere di bambini, giovani e anziani nelle 107 province italiane. Imperia non eccelle in nessuna categoria, rimediando un dato accettabile solo per quanto riguarda i giovani, mentre rimedia bocciature su bambini e anziani.
Imperia: qualità della vita di bambini, giovani e anziani, la classifica de “Il Sole 24 Ore”
Si tratta della seconda edizione del Sole 24 Ore per premiare il miglior contesto di vita per fasce di età.
Sono Aosta, Piacenza e Cagliari le tre province che vincono quest’anno la sfida della Qualità della vita declinata per altrettante fasce d’età: bambini, giovani e anziani. La seconda edizione dei tre indici, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate (Istat, Miur, Centro studi Tagliacarne, Iqvia), è stata presentata ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento.
Le classifiche, pubblicate la prima volta a giugno 2021 come una tappa della storica indagine di fine anno, sono state aggiornate dal Sole 24 Ore per raccontare come è cambiata la mappa del benessere in base alle “risposte” dei territori alle esigenze specifiche di tre target generazionali.
I risultati di Imperia
La provincia di Imperia si colloca al 66° posto per la sezione relativa ai bambini, al 50° per i giovani e 95° posto per gli anziani.
Gli indicatori di Imperia nel dettaglio.
Bambini – Gli indicatori
- Tasso di fecondità (39ª)
- Scuole accessibili (95ª)
- Pediatri (80ª)
- Edifici scolastici dotati di palestra o piscina (4ª)
- Edifici scolastici con mensa (4ª)
- Asili nido (104ª)
- Giardini scolastici (104ª)
- Verde attrezzato (74ª)
- Spazio abitativo (23ª)
- Sport e bambini (87ª)
- Studenti per classe (47ª)
- Delitti denunciati a danno di minori (79ª)
Per quanto riguarda i bambini Imperia risulta 66ª, in netta crescita rispetto allo scorso anno, quando era risultata addirittura 93ª. Analizzando le singole classifiche, la nostra provincia registra preoccupanti lacune nell’accessibilità delle scuole, nella presenza di giardini scolastici, negli asili nido e nei pediatri. Dati positivi invece sul fronte degli edifici scolastici dotati di palestra o piscina e mensa, dello spazio abitativo (superficie media/componenti famiglia) e del tasso di fecondità.
Giovani – Gli indicatori
- Laureati e altri titoli terziari (101ª)
- Quoziente di nuzialità (59ª)
- Tasso disoccupazione giovanile (73ª)
- Età media al parto (9ª)
- Saldo migratorio totale (4ª)
- Aree sportive all’aperto (68ª)
- Imprenditorialità giovanile (54ª)
- Bar e discoteche in rapporto alla popolazione giovane (18-35 anni) (3ª)
- Canoni medi di locazione (82ª)
- Gap affitti centro e periferia (50ª)
- Amministratori comunali con meno di 40 anni (99ª)
Per quanto riguarda i giovani Imperia si piazza 50ª, in caduta libera rispetto allo scorso anno (12ª). La nostra provincia risulta nei primi dieci posti in tre categorie, età media del parto, saldo migratorio totale e bar e discoteche.
I dati “negativi” riguardano, in particolare, i canoni medi di locazione, il numero di laureati e gli amministratori comunali con meno di 40 anni.
Anziani – Gli indicatori
- Speranza di vita a 65 anni (70ª)
- Spesa enti pubblici locali per il trasporto disabili e anziani (28ª)
- Spesa enti pubblici locali per l’assistenza domiciliare (27ª)
- Infermieri (63ª)
- Biblioteche (78ª)
- Geriatri (81ª)
- Medici specialisti (67ª)
- Orti urbani (77ª)
- Consumo di farmaci per malattie croniche (29ª)
- Consumo di farmaci per depressione (81ª)
- Esposti presentati in materia di inquinamento acustico (49ª)
- Indice di dipendenza degli anziani (100ª)
Per quanto riguarda gli anziani Imperia risulta 95ª peggiorando ancora il dato negativo dello scorso anno (88ª). In particolare, la nostra provincia viene bocciata nell’indice di dipendenza degli anziani, risultando tra le peggiore d’Italia, nel numero di geriatri e nel consumo di farmaci per depressione.
Tra le eccellenze, invece, la spesa degli enti pubblici locali per l’assistenza domiciliare e il consumo di farmaci per malattie croniche.