14 Novembre 2024 16:16

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14 Novembre 2024 16:16

Diano Marina: rifiuti, parla Rifondazione Comunista Circolo Dianese. “Amministrazione poco amica dell’ambiente”

In breve: La nota del Partito della Rifondazione Comunista – Circolo Dianese Gian Battista Acquarone sul tema ambientale nel comune di Diano Marina.

“Questa amministrazione è poco amica dell’ambiente, sia che si tratti di gestione dei rifiuti, di spiagge (Golfo Paradiso) o dei Pini del Rosso”. Così inizia la nota del Partito della Rifondazione Comunista – Circolo Dianese Gian Battista Acquarone sul tema ambientale nel comune di Diano Marina.

Diano Marina: rifiuti, parla Rifondazione Comunista Circolo Dianese

“Iniziamo dai rifiuti – continua la nota – Dopo decenni di conduzione del (dis)servizio senza alcuna volontà di renderlo per lo meno accettabile, l’amministrazione comunale di Diano Marina ha imposto ai cittadini senza alcun preavviso, senza alcuna formazione, senza alcuna comunicazione, un sistema di raccolta penoso, raffazzonato, inefficiente. In particolare per le frazioni, nonostante il gran parlare che si fa dell’entroterra e dei suoi borghi. Qui infatti al posto di cassonetti grandi si sono posizionati cassonetti molto piccoli ma dotati di chiave per la apertura: dopo di che si deve cercare di tenere aperto il bidone – con un gomito, con i denti – e provare ad infilare il sacchetto. Abbiamo aspettato un po’ per fare queste considerazioni, per offrire la opportunità di un “rodaggio” alla ditta che ha preso l’appalto ed ai cittadini. Ora a circa tre settimane dall’improvvisa sostituzione dei vecchi grandi, rovinati e sporchi cassonetti, con altri nuovi, piccoli, già sporchi e danneggiati, possiamo tirare le fila di questo assenza totale di visione globale del problema e di una conseguente gestione inefficace e raffazzonata.

  • la raccolta rifiuti deve essere l’ ultimo passaggio dopo aver ridotto, riusato, riciclato, quelle fondamentali materie seconde che ci ostiniamo a disprezzare. Sotto questo punto di vista le ordinanze comunali possono essere efficaci nel promuovere la riduzione alla fonte di quantità e tipologie di imballaggi, agendo sugli incentivi e sulle tariffe per gli esercizi commerciali che devono rivolgersi a fornitori coerenti con l’ esigenza di ridurre i rifiuti.
  • Poi viene la differenziazione da parte dei cittadini che per essere almeno accettabile deve seguire percorsi formativi ed informativi efficaci ed intelligenti: un lavoro capillare, casa per casa, svolto da associazioni di volontariato che spieghino, mesi prima dell’entrata in funzione delle modalità di raccolta che si intendono realizzare, perché è necessaria la differenziazione e come va realizzata nelle proprie case prima e nel conferimento poi.
  • Per la fase di raccolta, l’amministrazione deve rendere il più semplice possibile i comportamenti virtuosi dei cittadini (attento studio delle tipologie e delle quantità di rifiuti prodotti nelle diverse aree, differenziando quelle rurali, dove il compostaggio dell’umido è facilmente praticabile, ma deve essere fortemente premiato con le tariffe, da quelle urbane, e, nel caso di Diano Marina, con un occhio di riguardo per le seconde case per cui la Tari è di fatto una seconda IMU, del tutto svincolata dalla produzione effettiva di rifiuti. Tariffe esose, cassonetti di prossimità piccoli, sporchi e stracolmi e con apertura difficoltosa, raccolta porta a porta (nelle poche zone in cui è prevista) con svuotamenti malamente programmati, sono una vera e propria promozione di comportamenti scorretti ed incivili che seppure esecrabili, sono resi comprensibili dalla inefficacia del sistema.
  • Infine, ai cittadini deve essere chiara la chiusura del ciclo: dove finisce la plastica che ho separato? come viene riutilizzata? Dove viene conferito l’umido e che prodotto se ne ottiene?

Nel nostro caso purtroppo siamo assai lontano da queste pratiche. E’ emblematico, ad esempio, che il sistema messo in atto fornisca ai cittadini ben due rotoli di sacchetti per l’indifferenziato, solo uno per plastica e metalli e lasci che i cittadini si arrangino per carta e cartone, con secchi e contenitori domestici che poi è difficile svuotare in bidoni che non si sa come tenere aperti. Una promozione, neppure tanto velata – anche da parte dei distributori dei kit – di una raccolta indifferenziata: una gestione decente dei rifiuti dove prevedere un indifferenziato almeno inferiore al 10 % del totale.

Poi c’è la questione usa e getta: le multinazionali della chimica e della plastica pur di non perdere profitti privati e libertà di danno pubblico stanno incrementando il monouso con la scusa di ogni tipo di emergenza, dalla mascherine ai guanti agli smisurati imballaggi multimateriali per qualsiasi oggetto e lo fanno con uno spudorato green-washing basato sulla magica parola “compostabile”: a parte la assai dubbia vera biodegradabilità dell’ usa e getta “ecologico” resta anche per questi materiali la totale follia energetica per la loro produzione (quindi di inquinamento, climate change e guerre) e la onerosità sistemica ed energetica del processo dopo l’ uso (pulitura e differenziazione alla fonte, conferimento, raccolta, concentrazione, selezione e vagliatura, omogeneizzazione, lavaggio, pre-trattamento termico, trattamento microbiologico a temperatura controllata, sterilizzazione, confezionamento e quant’ altro). Questa follia energetica deve essere disincentivata dalle amministrazioni, specie in territori a vocazione turistica, promuovendo l’uso di lavastoviglie da parte di bar e chioschi il cui consumo di acqua è fortemente ridotto e del tutto inferiore a quello richiesto per lavare l’usa e getta sporco prima del trattamento di compostaggio: a meno che, come appunto probabilmente avviene, tutto questo materiale non finisca sporco in discarica od inceneritore. Ma, per carità, “fuori Provincia”, o in Somalia.

Rifondazione Comunista a partire dalla fine degli anni novanta ha promosso numerosi incontri con veri esperti del settore, amministratori che nel giro di uno o due anni hanno portato le loro città da una produzione del 90 % di indifferenziato a solo il 5-10 %, hanno abbassato le tariffe per i cittadini virtuosi, hanno tolto dalle strade sporcizia e ratti. A proposito, spendiamo cifre ingenti per una derattizzazione pericolosa (ed anche crudele), che resterà comunque inefficace fintanto che sporcizia e rifiuti organici garantiranno ai roditori nicchie ecologiche abbondanti, mentre una raccolta rifiuti pulita ed efficace sarebbe l’unica soluzione.

Anche in Diano Marina Rifondazione ha promosso incontri e convegni sul tema, invitando amministratori che si sono guardati bene del prendervi parte, salvo poi lamentare i comportamenti scorretti dei cittadini o le sanzioni europee per il non raggiungimento di quote minime di differenziazione.
Apriamo un credito a questa amministrazione sul tema dei rifiuti, ma come ipoteca, a fronte del mancato raggiungimento di una efficacia minima della gestioni rifiuti e di una riduzione della tari, chiediamo le sue dimissioni.

Nei prossimi giorni parleremo ancora di Diano Marina e di Ambiente: gli spunti non mancano”.

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