C’è anche Gaia Ammirati, di ImperiaPost, tra i giornalisti liguri che in questi giorni si trovano a Bruxelles con il programma Erasmus per frequentare un corso gratuito di approfondimento delle istituzioni europee e delle tecniche di giornalismo applicate nel lavoro del corrispondente estero, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Liguria e finanziato dal Programma eurozpeo Erasmus+.
Gaia Ammirati ha realizzato una serie di interviste a Parlamentari Europei liguri su temi di stretta attualità. Tra gli argomenti trattati anche la crisi del lavoro e il caso del chiosco “Capo Horn”, ad Imperia, costretto a ridurre l’orario di apertura per mancanza di personale. A rispondere alla nostra collega Tiziana Beghin, europarlamentare del M5S.
Imperia: caso Capo Horn, intervista all’europarlamentare Tiziana Beghin (M5S)
“Le dò prima una risposta da esperta del mondo del lavoro, visto che la mia azienda si occupava anche di ricerca e selezione del personale, poi una risposta politica. Il problema dell’assenza di personale qualificato è reale e vero. Un problema che esiste da anni, aumentato nell’ultimo periodo. Un pò è frutto di una struttura del sistema dove non ci sono reali capacità di incrociare la domanda e il lavoro, e un pò la staticità. Rispetto ad altri Paesi dove la mobilità del lavoro è molto forte, accentuata, pensiamo agli Stati Uniti, in Italia la mobilità del mondo del lavoro non è così forte. Ci sono alcune carenze.
Sugli stagionali esiste questo grosso problema della temporaneità, associata a dei salari che non sono così elevati da consentire di lavorare tre mesi e poi rimanere tranquilli. Chi sta cercando lavoro, in un momento in cui comunque l’offerta non è poi così bassa, si orienta verso Paesi dove effettivamente la retribuzione è molto più alta e le condizioni diverse. Imperia è molto vicina alla Francia, ma penso anche alla Svizzera, dove le retribuzioni sono molto diverse. Questo è un dato reale.
Dall’altro lato c’è la componente politica. Noi abbiamo la normativa che impedisce agli under 18, che sono ad esempio gli studenti delle scuole alberghiere, di lavorare nel mondo della ristorazione. Perché non possono lavorare oltre le dieci di sera e nemmeno manipolare alcolici.
Reddito di cittadinanza? E’ una narrativa che serve a una certa parte politica per screditarlo, ma ricordiamo che la maggior parte dei percettori di reddito sono persone che non possono lavorare, parliamo di persone che comunque sarebbero inabili al lavoro. Facendo una review dei percettori nelle varie città, quelli che effettivamente sarebbero abili la lavoro sono talmente pochi da non poter giustificare un tale vuoto.
Dall’altra parte c’è la tematica del perché alcuni percettori del reddito di cittadinanza preferirebbero non perdere il reddito piuttosto che andare al lavoro. Ma questa è veramente una somma algebrica molto semplice da fare. Siccome l’importo medio del reddito è di 500 euro, è chiaro che se a qualcuno viene offerto un posto di lavoro a 400 euro al mese, per due mesi di lavoro, qui il problema non è il reddito, ma il fatto che viene offerto un posto di lavoro a 400 euro al mese.
Con 500 euro al mese una persona non vive, il reddito di cittadinanza è un reddito di sussistenza dei bisogni minimi fondamentali. Esiste in tutta Europa. Detto questo il reddito va perfezionato, va migliorato, soprattutto va accompagnato a politiche del lavoro attive e al funzionamento dei centri per l’Impiego. C’è molto da fare”.