Domenica 26 giugno viene celebrata a Dolcedo la festa del Sacro Cuore, una fra le celebrazioni più importanti per la Parrocchia di San Tommaso Apostolo, che tradizionalmente era legata all’impartizione del Sacramento dell’Eucarestia o della Cresima ed era preceduta da una novena o un triduo di preparazione. Quest’anno la Santa Messa solenne delle ore 11.00 sarà officiata da Mons. Bruno Scarpino, Vicario generale della Diocesi di Albenga, che conferisce la cresima.
Dolcedo: festa del Sacro Cuore, il programma
Novità di quest’anno, alle 19.30, è il concerto di campane a tastiera e a battagliata, eseguito dal quindicenne Simone Geraci di Genova, con le cinque campane collocate nel settecentesco campanile di Dolcedo.
Alle ore 20.00 il Can. Giancarlo Cuneo, Prevosto di Pietraligure, presiede i vespri solenni, cui segue
la processione per le vie del borgo, con la statua in legno del SacroCuore, proveniente agli inizi del Novecento da manifatture della Val Gardena, a cui partecipano le Confraternite del Vicariato di Porto Maurizio e la banda musicale di Alassio.
A conclusione della giornata la comunità di Dolcedo offre un rinfresco a tutti gli intervenuti.
Il Parroco don Carmelo Licciardello invita alla partecipazione con queste parole:
“La devozione del Sacro Cuore richiama ciascuno di noi alla conversione del cuore. La festa che celebreremo domenica prossima è sicuramente un’ottima occasione per riscoprire la nostra fede, forse un po’ assopita dopo la triste esperienza della pandemia, per riparare i peccati, a partire da quelli di omissione e di tiepidezza. Il Sacro Cuore di Gesù è una spina nel fianco di tutte le nostre false certezze spirituali, il nemico giurato di ogni sindrome da ‘cristiani arrivati’. Il Sacro Cuore riporta sempre all’essenzialità della fede: da un lato induce all’umiliazione, dall’altro conferisce nuovo slancio ed entusiasmo per essere cristiani autentici in un contesto sociale ormai indifferente a Cristo, al vangelo, alla Chiesa”.
Il Parroco rievoca inoltre l’origine della devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù, rammentando il momento in cui, a Paray-le-Monial, nel monastero della Visitazione, intorno al 1670, Santa Margherita Maria Alacoque si chinò davanti al Santissimo Sacramento e le apparve Gesù che le mostrò il suo Santissimo Cuore, con una ferita e una croce piantata al di sopra, circondato da fiamme e da una corona di spine.
Gesù parlandole le disse:
“Vedi questo Cuore che si strugge d’amore per gli uomini. Ciò nonostante non riceve che ingratitudine e oltraggi. Questo Cuore è sempre disposto a versare grazie e benedizioni sopra di tutti. Ma gli oltraggi continui che mi fanno, ne impediscono la diffusione. Pensa tu adunque a riparare un sì lagrimevole disordine, e fa che il venerdì successivo all’ottava consacrata all’onore del mio Divin Corpo sia specialmente consacrato all’onore del mio Divin Cuore. Riparando con onorevole ammenda e devota comunione le offese che ricevo nella divina Eucaristia. Io spargerò abbondanti benedizioni su quanti mi presteranno questo culto. A te affido l’incarico di far conoscere ed eseguire il mio volere”.