24 Dicembre 2024 03:25

24 Dicembre 2024 03:25

Imperia: “Ti metto la pistola in bocca e ti ammazzo”. La denuncia di un operatore De Vizia. “Minacciato di morte mentre lavoravo”

In breve: "Adesso basta, io e miei colleghi non siamo più disposti a sopportare atteggiamenti simili nei nostri confronti".

“Mi hanno minacciato di morte mentre lavoravo. Adesso basta, io e miei colleghi non siamo più disposti a sopportare atteggiamenti simili nei nostri confronti”. A denunciare l’accaduto al nostro giornale un operatore ecologico della De Vizia, 40 anni.

Imperia: operatore De Vizia denuncia minacce di morte

“L’altro ieri notte mi trovavo in zona Moltedo per il recupero dell’organico – racconta il 40enne – quando ad un certo punto mi sono imbattuto in un’auto ferma in mezzo alla strada, con gli abbaglianti accesi. All’interno c’era una persona, le ho chiesto di spegnerli perché non si vedeva nulla ed era pericoloso. 

Poco dopo, mentre proseguivo il mio turno, ho visto arrivare a tutta velocità una macchina, fermatasi a pochi passi da me. E’ sceso un uomo, in evidente stato di alterazione alcolica, si è avvicinato e mi ha urlato ‘cos’è che mi hai detto?’. Io ho tentato di spiegargli degli abbaglianti, ma lui ha iniziato a insultarmi. Quando poi ha visto che stavo per prendere un mastello mi ha detto ‘questa è casa mia e quello è il mio mastello. Prendilo bene, perché se no prendo la pistola, ti trovo, te la metto in bocca e ti ammazzo’. Non conosco questa persona e ho già riferito ai Carabinieri e tra oggi e domani andrò a presentare denuncia. Ho finito il turno con la paura che potesse succedermi qualcosa, non è accettabile”.

Voglio rendere nota questa vicenda perché io e miei colleghi siamo stufi – prosegue – Ce l’hanno sempre tutti con noi, non veniamo mai ringraziati per quello che facciamo. La raccolta porta a porta è molto dura. Io faccio 700 utenze da solo, ch’è chi ne ha 800, chi 900.  Durante l’emergenza Covid abbiamo sempre garantito il servizio, mettendo anche a repentaglio la nostra salute, senza fermarci mai. Ci sentiamo discriminati, non apprezzati.

Lavoriamo nello sporco, con la pioggia, con il sole, con il caldo e il freddo. In questi giorni, complice l’estate, lavoriamo in condizioni pietose, nessuno che si avvicini per chiedere se abbiamo bisogno di un bicchier d’acqua. Adesso siamo arrivati addirittura alle minacce di morte. E’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. 

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